22 febbraio 2022

La Venezia di Attimiespazi

 



6 commenti:

  1. Schermo intero, visione HD, Venezia, unica al mondo... mi hai donato 3 minuti di vera bellezza.

    RispondiElimina
  2. Riflessi d'acqua dove si specchiano stelle diurne, palazzi settecenteschi, gondole piene di turisti, un gabbiano che ritarda il suo volo per concedersi alle tue riprese. Un uomo sul balcone che fuma la sua sigaretta, notturno d'autore. Il Canal Grande che divide La Serenissima unita dal Ponte di Rialto, bellezza architettonica sublime. Piazza San Marco con la sua Basilica, richiamo d'oriente. Una rosa rossa dimenticata da qualcuno che hai reso eterna. Delle maschere ti attendono nella penombra mentre un piccolo motoscafo va verso il suo destino. Hai catturato dettagli che fanno di questa piccola gemma un meraviglioso souvenir. Grazie.

    RispondiElimina
  3. Quello sul balcone che fuma, è Davide! :))

    RispondiElimina
  4. Il momento migliore, di notte d'estate, poca gente e la brezza che rinfresca con l'odore di mare e facciate cotte che si raffreddano dal solleone.
    Di giorno alle Zattere, a prendere il sole mentre ti passano davanti le navi che cercano di nascondere la Giudecca.
    E poi sulla punta di Santa Maria della Salute a giocare a fare Di Caprio con lei come sul Titanic...ahahah.
    Ci fingevamo turisti spagnoli e chiedevamo alle vecchiette sui balconi la più vicina stazione della metropolitana...quanti "va in mona de to mare" che ci siamo presi.
    La biblioteca Marciana, dove studiare non ci riuscivi proprio da quanto era bella e poi ai Giardini Reali a mangiare ridere amare.
    Ora basta che mi viene il magone, Venezia è sempre lì ma non è la stessa di allora.

    RispondiElimina
  5. Ho due ricordi di Venezia, distanti nel tempo e distanti nelle emozioni. Ho 3 anni, mia madre mi sta portando all’ospedale dietro suggerimento di un medico impietosito dalla sua disperazione. Sono sul vaporetto, guardo il pavimento mentre sono circondata da numerose gambe sconosciute. Ho caldo e pure la nausea. Poi l’ospedale con le sue stanze ed il suo salone per le visite dei parenti. Lunghi tendoni bianchi con applicazioni di rondini decorative. Solitudine, paura, volti estranei. La pastina con l’odiato omogenizzato. Il venditore di Pavesini. L’infermiera Manuela dai capelli neri legati a coda sotto la cuffia bianca, occhiali con montatura nera spessa. Al mattino sedeva noi piccoli sul vasino, per “stimolarci” tirava fuori una forbice, la apriva attorno al piedino e ti diceva “fai tutto o te lo taglio”. Io la guardavo in silenzio ma il maschietto vicino scoppiava in lacrime disperate. Così tra silenzi, pianti e tremori a tutti si stringeva il bucio...altro che farla a comando! Da 25enne, io Lui e la nostra dolce pelosina. La mostriamo al conducente dell’autobus, sorride “Basta che la tenete in braccio, salite”. In Stazione chiedo se il biglietto deve essere maggiorato per la cagnetta e la sollevo davanti al vetro. Risposta “ooooh che bea, che a vaga no ghe se problema” e così ferma come una statuina prova l’esperienza del suo primo treno e la carezza del bigliettaio. A Venezia poi su e giù per i ponti, pizza condivisa con Lei che mette in atto il suo miglior sguardo amorevole per intenerire delle turiste straniere...così condivide anche il loro pranzo. Unico momento di tensione quando si è infilata nella porta aperta della cucina del ristorante, ma anche lì fece conquiste. Si Venezia è sempre lì, più vecchia ...come noi, che non siamo gli stessi di allora. Anche perché non c’è più Lei, una parte comunque di noi perché l’amore continua a persistere al di là del distacco e degli anni trascorsi.

    RispondiElimina