18 maggio 2022

Universi


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Attraversare il mondo 
un passettino alla volta 
non è difficile;
basta ricordarsi - ogni tanto -
di andare a vedere dove nascono 
le stelle

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Tutti quanti  
dovremmo avere con noi 
un universo tascabile,
prêt-à-porter.
per dare forme musicali all'ignoto,
per ubriacarci di nuovi amori,
per ingannare la morte

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I Love Fibonacci 
For Ever

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                                                 ©Liolucy


12 maggio 2022

di Ricky Farina

 
PASSEGGIARE


Passeggiare è delizioso, siamo nati per passeggiare.
I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.

Passeggiare è meraviglioso, per accarezzare le vetrine
dei negozi, per incontrare sguardi che escono dagli occhi,
per dimenticarsi di se stessi e dei propri perimetri.
Passeggiare è sinfonia d'ignoti musicali, è vertigine lieta.

Siamo tutti di passeggio a questo mondo, si sa, tutto passa,
anche i passi passano, e noi con loro. Ci sono passi che
si perdono e ci perdono e passi che ritrovano le nostre
ferite, le nostre orme dimenticate, i nostri cuori in esilio.

Passeggiare per non morire, non subito, non adesso.
Passeggiare per spingere i confini più in là, dove ci attende
il volto che ancora non conosciamo, che forse è il nostro,
è sempre il nostro volto, anche quel volto senza nome.

Passeggiare di domenica, ma anche di lunedì, dopo che
sei uscito dall'ufficio, e passeggi per dimenticare il target
da raggiungere, il principale che ti guarda torvo, l'odioso
appuntamento che ti costringe a una relazione di lavoro.

Passeggiare insieme, ma anche soli, con una sigaretta a
farci compagnia, piccola brace contro la notte, sfiorando
le proprie sconfitte, giocando con il disincanto, in cerca
di un'avventura, ancora una, per non morire, non adesso.



(Ricky Farina  - 7 maggio 2022)


7 maggio 2022

I Miei Piedi


cosa scrivere sui miei piedi? 
così su due piedi non saprei, ma mentre digito questa frase buttata lì - anzi , buttata qui - 
mi sto chiedendo dove si trovano in questo preciso momento i miei piedi, e perché ci penso così poco.
per quanto riguarda la prima domanda, i miei piedi in questo preciso istante sono sotto la sedia sulla quale sono seduta; uno sopra l'altro, cioè uno accavallato sull'altro. 
ogni tanto si danno il cambio posizione. 
ora, loro saranno sicuramente contenti, lusingati, che dedichi loro un po' di attenzione e il piede superiore - quello a cavallo sull'altro - ogni tanto si agita, tale quale come fosse la coda di un cane quando vede la ciotola piena.  vorrà comunicarmi che è impaziente di sentire cosa ho da dire su di lui e sul suo gemello. 
così, mentre deduco e contemporaneamente mi rendo cosciente della posizione attuale dei miei piedi, arrivo a tentar di rispondere alla seconda domanda: perché penso così poco ai miei piedi? cavolini! i piedi sono importanti, anzi, importantissimi.   mi permettono di stare in piedi (appunto), di camminare, di correre, di saltare, di ballare, di dirigermi dove desidero, di dare un calcio a cosa o a chi dico io. 
non oso pensare a un mondo senza piedi. 
eppure, a fine giornata raramente penso a loro, se non quando si lamentano di come li tratto, e cioè quando mi fanno male o quando puzzano senza ritegno e senza vergogna.
secondo me, se penso così poco ai  miei piedi è perché si trovano in una posizione troppo marginale e troppo in basso, troppo raso terra.
se, per esempio, supponiamo che ogni tanto (non sempre) avessi i miei piedi in testa, quando al mattino mi laverei la faccia, li vedrei sicuramente, e mi accorgerei di loro appena sveglia, e li noterei più spesso durante tutta la giornata. 
potrebbero stare al posto delle orecchie, mi sembra una soluzione accettabile. 
tanto per iniziare, ci sarebbero dei risvolti pratici non indifferenti avere i piedi al posto delle orecchie.   per esempio non dovrei più piegarmi per tagliarmi le unghie dei piedi, per lavarli, per mettermi i calzini,  per dargli lo smalto color perla, o per infilarmi le scarpe; e se facessero un brutto odore, me ne accorgerei subito visto che sarebbero vicini di casa del naso, che sicuramente si arriccerebbe scandalizzato, tanto è snob e selettivo.
hhmmm, però c'è un però.   l'unico inconveniente che si presenterebbe in maniera inaudita e dirompente sarebbe il temutissimo solletico ai piedi.   
che orrore e raccapriccio il solletico ai piedi!   un pericolo  imprevedibile, un vero attentato alla mia stabilità psicofisica.   
se qualcuno volesse torturarmi, ecco, il solletico ai piedi porterebbe  alla mia resa incondizionata in poco meno di dieci secondi.   quindi, per evitare di auto flagellarmi con l'insopportabile solletico ai piedi, dovrei portare sempre i miei capelli raccolti, e stare attenta a quando mi pettino,  e in più potrebbe essere un delirio andare dalla parrucchiera.  fatto non trascurabile.
queste ultime considerazioni iniziano a farmi dubitare che i piedi in testa non siano poi una soluzione abbastanza pratica come avevo inizialmente paventato con baldanzosa fiducia, non avevo fatto i conti con la mia solleticofobia, che non mi lascia scampo e possibilità di scelta.  mi tiene in ostaggio. 
però, a parte il grosso inconveniente, avere le orecchie al posto dei piedi non sarebbe malaccio sotto un certo punto di vista; le orecchie sarebbero in una posizione favorevole per poter  felicemente evitare di captare le chiacchiere orribili di certa gente.

P.S.  i miei piedi da oggi in poi avranno un nome,  Sixie e Dixie.




©Liolucy

4 maggio 2022

Allucinazione


Ho immaginato 
cieli fioriti 
e prati stellati.
Ho immaginato
ogni fiore cadente 
colorare l'orizzonte
Ho immaginato
stelle sbocciate apposta
per illuminare i cuori
ma anche i piedi
Perché se non sai dove andare
è inutile mettersi in cammino


        
                                          ©Liolucy