31 agosto 2022

Kiry Kinder


Kiry Kinder era un brav'uomo, come ce ne sono tanti. 
pensava spesso alla morte - bisogna ammettere che effettivamente è la cosa peggiore che può capitare a uno vivo - e tentava di risolvere il problema della morte in diversi modi: scrivendo a random, facendo finta di lavorare, bevendo una sigaretta, attraversando i binari senza guardare, mangiando schifezze immonde, non partecipando ai funerali, insomma, faceva tutte quelle cose lì che confondono la morte, ma soprattutto lo gratificava una convinzione. la convinzione di essere immortale.  
era matematicamente certo che, una volta estinto si sarebbe parlato di lui ancor più che da vivo e quindi l'immortalità era assicurata. da morto sarebbe stato più immortale che da vivo, non c'erano dubbi. 
anche se Kiry Kinder come tutti era nato piangendo stringendo i pugni, e che come tutti si stesse sforzando di conoscere se stesso, si sentiva un essere diverso dagli altri, un essere eccezionale, e andava più che fiero di se stesso, tanto che quando si guardava allo specchio lo faceva sempre con sollazzo e sollucchero.
però, sapeva benissimo che quando sarebbe morto si sarebbe dimenticato chi era, come se non fosse mai stato Kiry Kinder, e questa cosa lo disturbava molto, anzi lo sconvolgeva.
ed era forse per questo cruccio irrisolto che ogni volta che aveva una discussione con qualcuno, voleva avere sempre ragione. era un modo come un altro per risolvere il problema della morte.
voleva avere ragione quando aveva ragione; 
voleva avere ragione quando aveva quasi ragione, o a metà o a tre quarti (ma lui la voleva tutta);
voleva avere ragione quando la ragione la volevano gli altri, e lui per dispetto non contava fino a dieci;
voleva avere ragione quando nessuno la voleva, e lui per dispetto pagava da bere a tutti;
voleva avere ragione appena sveglio e prima di andare a dormire;
voleva avere ragione anche mentre faceva la cacca.
voleva avere ragione addirittura anche quando non sapeva cosa farsene - della ragione.  
ma soprattutto e indubitamente, lo caratterizzava il fatto che 
voleva avere ragione specialmente quando aveva torto. 
ammettere di avere torto per Kiry Kinder era un fenomeno rarissimo, forse non era mai accaduto nella sua vita. il suo corpo opponeva una resistenza galattica a quella che considerava un'assurdità. "ho torto? ma per carità! lotterò con le unghie e tutti i miei capezzoli contro una simile idiozia!". questa faccenda di non voler ammettere di avere torto quando aveva torto, costituì l'essenza stessa della sua esistenza, a tal punto che sconfisse la morte come si augurava, e fu ricordato per sempre come 
Kiry Kinder, l'uomo che voleva avere sempre ragione soprattutto quando aveva torto.

fine.



(ogni riferimento a fatti esistenti o a persone veramente accadute è puramente inoffensivo )



                                                                                                                   ©Liolucy

27 agosto 2022

Insomnia


Nell'odore della notte
che attende le parole e
nei miei turbamenti
che testimoniano 
l'accaduto
appena prima del
mare d'agosto precipitato
nella tua bocca
Eccola la mia vita da
sonnambula
preda del mio pensiero
per te 
che si fonde nel buio
e nello spettinato silenzio
di un attimo
Tu
Dolcezza mortale
Allucinazione e supplizio
Aspro veleno




                                          ©Liolucy

24 agosto 2022

Elucubrazioni Estive


l'altro giorno il mio cervello ha cominciato a parlare a se stesso, e non voleva saperne di dialogare con la mia parte similcosciente che solitamente tende a complicargli l'esistenza. questa volta ha voluto fare l'indiano di fronte alle mie insistenti richieste di andarsene a dormire, e così ho dovuto sorbirmi il suo piccolo monologo sulla morte.
ma dico io: possibile che un cervello si metta a pensare alla morte a tarda notte, prima di addormentarsi? 
ebbene sì, è possibile. ecco cosa si stava raccontando:

tutto ciò che è definitivo è decisamente  semplice. come la morte, per esempio.
la morte è definitiva, quindi è semplice. non c'è molto da discuterne.
quando sei morto, sei morto. amen. eppure c'è chi ha paura della morte.
lo sappiamo tutti che nascere è una condanna a morte. in sala parto appena nati
dovrebbero dirci immediatamente:
"lei è condannato. mi dispiace, le rimangono solo ottanta anni di vita, salvo complicanze".
semplice. come la morte. appunto.
la vita - al contrario della morte - non è definitiva. quindi non è semplice, ma è complessa. 
e qui ci sarebbe molto da discuterne. tornando al paragone, se quando sei morto sei morto e amen, è inversamente proporzionale l'evidenza fattuale che quando sei vivo, non sei semplicemente vivo e amen. eh no!
no, sei sempre in lotta, e cerchi di risolvere i problemi che la vita ti pone, del tipo... 
'perché il mio cane non mangia le crocchette?'.
oppure ti fai le grandi domande esistenziali, della serie... 
'dove vanno a finire i calzini scomparsi?'
'perché il prosciutto è salato?'
'se l'ozio è il padre dei vizi, chi è il cugino?'
e via di questo passo.
sì, insomma, quando sei vivo entrano in gioco tante variabili astruse che, in un blog non è possibile contemplare in maniera esaustiva e soddisfacente. 
e allora, meglio non scrivere nulla a riguardo, evitando di fare brutte figure, e ritengo sia molto più saggio concludere  la giornata con la mia logica semplificativa, ammettendo che
la vita è sempre in bilico sull'orlo della sconfitta. 
ergo, la morte vince sempre.


                                                                          
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          ©Liolucy

13 agosto 2022

Spazio

 
Quello che sento è assolutamente incomunicabile
E il mio passato non è in vendita
Bivacco davanti alle tenerezze profonde
delle mie ferite mentre la realtà 
e i suoi delitti deformano il presente

Non ho altri ricordi al di là di questa mia vita
che assomiglia ad un muro divorato dal sole
Ostaggio del tempo
Esilio di stelle
In attesa del nulla



                                                                               
                                                              ©Liolucy

3 agosto 2022

Titolo


L'aurora è risorta 
e seppellisco il morto
nei miei occhi
con i miei occhi

I ritagli del nuovo giorno
vele del silenzio
invocano l'azzurro e 
la danza senza posa

Per annegare le ombre
i fiori defunti e
le ultime maschere
della notte appena spenta




©Liolucy