PASSEGGIARE
Passeggiare è delizioso, siamo nati per passeggiare.
I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.
Passeggiare è meraviglioso, per accarezzare le vetrine
dei negozi, per incontrare sguardi che escono dagli occhi,
per dimenticarsi di se stessi e dei propri perimetri.
Passeggiare è sinfonia d'ignoti musicali, è vertigine lieta.
Siamo tutti di passeggio a questo mondo, si sa, tutto passa,
anche i passi passano, e noi con loro. Ci sono passi che
si perdono e ci perdono e passi che ritrovano le nostre
ferite, le nostre orme dimenticate, i nostri cuori in esilio.
Passeggiare per non morire, non subito, non adesso.
Passeggiare per spingere i confini più in là, dove ci attende
il volto che ancora non conosciamo, che forse è il nostro,
è sempre il nostro volto, anche quel volto senza nome.
Passeggiare di domenica, ma anche di lunedì, dopo che
sei uscito dall'ufficio, e passeggi per dimenticare il target
da raggiungere, il principale che ti guarda torvo, l'odioso
appuntamento che ti costringe a una relazione di lavoro.
Passeggiare insieme, ma anche soli, con una sigaretta a
farci compagnia, piccola brace contro la notte, sfiorando
le proprie sconfitte, giocando con il disincanto, in cerca
di un'avventura, ancora una, per non morire, non adesso.
I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.
Passeggiare è meraviglioso, per accarezzare le vetrine
dei negozi, per incontrare sguardi che escono dagli occhi,
per dimenticarsi di se stessi e dei propri perimetri.
Passeggiare è sinfonia d'ignoti musicali, è vertigine lieta.
Siamo tutti di passeggio a questo mondo, si sa, tutto passa,
anche i passi passano, e noi con loro. Ci sono passi che
si perdono e ci perdono e passi che ritrovano le nostre
ferite, le nostre orme dimenticate, i nostri cuori in esilio.
Passeggiare per non morire, non subito, non adesso.
Passeggiare per spingere i confini più in là, dove ci attende
il volto che ancora non conosciamo, che forse è il nostro,
è sempre il nostro volto, anche quel volto senza nome.
Passeggiare di domenica, ma anche di lunedì, dopo che
sei uscito dall'ufficio, e passeggi per dimenticare il target
da raggiungere, il principale che ti guarda torvo, l'odioso
appuntamento che ti costringe a una relazione di lavoro.
Passeggiare insieme, ma anche soli, con una sigaretta a
farci compagnia, piccola brace contro la notte, sfiorando
le proprie sconfitte, giocando con il disincanto, in cerca
di un'avventura, ancora una, per non morire, non adesso.
(Ricky Farina - 7 maggio 2022)
Molto bella, ottima scelta.
RispondiEliminaMi sembra la degna conclusione di una trilogia, iniziata con "Allucinazione" (..."cieli fioriti
RispondiEliminae prati stellati... ma anche i piedi
Perché se non sai dove andare
è inutile mettersi in cammino), seguita dal recente "I miei piedi" (...i piedi sono importanti, anzi, importantissimi. mi permettono di stare in piedi (appunto), di camminare, di correre, di saltare, di ballare, di dirigermi dove desidero, di dare un calcio a cosa o a chi dico io.), per finire con questa "Passeggiata" di Ricky Farina (...I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.)
Complimenti all'autore Farina per questo significativo testo.
I toni sfumati di questi versi inducono a soffermarci in quelle stazioni sotterranee che fanno parte del nostro percorso di vita. Apparentemente un po' onirici, in realtà indagano sull'essenzialità delle nostre presenze attraverso un dialogo possibile fra la percezione della mente dell'autore e l'incontro con l'altro o con ciò che lo circonda. La passeggiata viene descritta come forma di pensiero intuitivo, come esperienza umana che porta a soffermarsi sugli aspetti fenomenici della percezione e su quel cognitivismo che in parte viene trascurato da chi viene travolto da una quotidianità sempre più oppressiva.
RispondiEliminaCara Lucy, sei sempre a caccia di talenti che ci offri nell'eterna ghirlanda della poesia. Grazie. Un abbraccio.
Ricky è un po' come il buon vino rosso,
Eliminava decantato per assaporarne
le qualità organolettiche e le finezze linguistiche.
ricambio l'abbraccio,
e ti ringrazio per il tuo ricco commento..
Brava Attimi, i poeti vanno onorati.
RispondiEliminaUn componimento strutturato su quartine che nella loro brevità lapidaria costituiscono quasi degli aforismi. Un ventaglio di quartine che gira attorno al titolo, errante e confidente di buone intenzioni tanto da potersi fare parlatorio confidenziale in cui l'autore sembri dialogare con qualcuno allo specchio della vita. Una poesia di alto spessore, esempio di una poetica in grado di padroneggiare la riflessione sull'esistenza di ognuno di noi.
RispondiEliminaUno scrittore dotato di uno stile originale, piacevole da leggere. Ciao!
RispondiEliminaPasseggiare per dimenticarci e ritrovarci un pochino cambiati.
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