Kiry Kinder era un brav'uomo, come ce ne sono tanti.
pensava spesso alla morte - bisogna ammettere che effettivamente è la cosa peggiore che può capitare a uno vivo - e tentava di risolvere il problema della morte in diversi modi: scrivendo a random, facendo finta di lavorare, bevendo una sigaretta, attraversando i binari senza guardare, mangiando schifezze immonde, non partecipando ai funerali, insomma, faceva tutte quelle cose lì che confondono la morte, ma soprattutto lo gratificava una convinzione. la convinzione di essere immortale.
era matematicamente certo che, una volta estinto si sarebbe parlato di lui ancor più che da vivo e quindi l'immortalità era assicurata. da morto sarebbe stato più immortale che da vivo, non c'erano dubbi.
anche se Kiry Kinder come tutti era nato piangendo stringendo i pugni, e che come tutti si stesse sforzando di conoscere se stesso, si sentiva un essere diverso dagli altri, un essere eccezionale, e andava più che fiero di se stesso, tanto che quando si guardava allo specchio lo faceva sempre con sollazzo e sollucchero.
però, sapeva benissimo che quando sarebbe morto si sarebbe dimenticato chi era, come se non fosse mai stato Kiry Kinder, e questa cosa lo disturbava molto, anzi lo sconvolgeva.
ed era forse per questo cruccio irrisolto che ogni volta che aveva una discussione con qualcuno, voleva avere sempre ragione. era un modo come un altro per risolvere il problema della morte.
voleva avere ragione quando aveva ragione;
voleva avere ragione quando aveva quasi ragione, o a metà o a tre quarti (ma lui la voleva tutta);
voleva avere ragione quando la ragione la volevano gli altri, e lui per dispetto non contava fino a dieci;
voleva avere ragione quando nessuno la voleva, e lui per dispetto pagava da bere a tutti;
voleva avere ragione appena sveglio e prima di andare a dormire;
voleva avere ragione anche mentre faceva la cacca.
voleva avere ragione addirittura anche quando non sapeva cosa farsene - della ragione.
ma soprattutto e indubitamente, lo caratterizzava il fatto che
voleva avere ragione specialmente quando aveva torto.
ammettere di avere torto per Kiry Kinder era un fenomeno rarissimo, forse non era mai accaduto nella sua vita. il suo corpo opponeva una resistenza galattica a quella che considerava un'assurdità. "ho torto? ma per carità! lotterò con le unghie e tutti i miei capezzoli contro una simile idiozia!". questa faccenda di non voler ammettere di avere torto quando aveva torto, costituì l'essenza stessa della sua esistenza, a tal punto che sconfisse la morte come si augurava, e fu ricordato per sempre come
Kiry Kinder, l'uomo che voleva avere sempre ragione soprattutto quando aveva torto.
fine.
(ogni riferimento a fatti esistenti o a persone veramente accadute è puramente inoffensivo )
©Liolucy