5 luglio 2022
4 luglio 2022
caro amico ti scrivo..
caro amico,
ti ringrazio per essermi stato di conforto nei momenti in cui ti chiedevo vicinanza per scongiurare insieme il castigo del male e dell'odio negli uomini, in questi anni di sonnolenza e fango;
ti ringrazio per avermi fatto ridere come in un allegro gioco di carte che brillano sotto il sole;
ti ringrazio per aver amato insieme a me il mare, eterno come l'aria.
mi hai comunicato della tua decisione di lasciare l'Italia, e questa notizia mi ha messo
un po' di malinconia, e sento già l'odore della tua assenza, ombra allo specchio.
conserverò - come si conserva una margherita tra le pagine di un libro caro - l'ultimo pensiero che mi hai voluto dedicare nella tua lettera
"Abbi cura di te e solo di chi ti ama"
sì, dolce amico, ti prometto che lo farò, ed ogni volta che accadrà penserò a te, immaginandoti in cammino per le strade di un nuovo rione, con la brezza lieve sulla fronte e una nuova alba che ti libererà da quel dolore costante,
il disperso amore che ha disanimato il mondo.
ciao
Lucy
1 luglio 2022
23 giugno 2022
Pochi Centesimi
Le mie parole
valgono pochi centesimi
sono cadaveri che franano
sul mio cuore
Una stella d'argento
seppellirà
vecchi amori bugiardi
e demoni di ogni specie
E laggiù
al di là della notte
cadrà il mio sonno
deserto
Le mie parole
valgono pochi centesimi
e si consumano
mordendo il cielo
Il chiaro di luna
cancellerà
la crudeltà del mondo
nido di fiamme
E nel silenzio del vento
naufragheranno
le mie parole
dedicate a te
Valgono pochi
centesimi
©Liolucy
21 giugno 2022
14 giugno 2022
Non Trovo Le Parole
non trovo le parole per raccontarti del fango che sferza
il dolore bluastro di città spente a morte
il dolore bluastro di città spente a morte
non trovo le parole per lasciarti la fotografia del lamento
di montagne nere come la pece
non trovo le parole per descriverti il flagello che taglia
come una lama il volto del cielo
ma è qui
il grido che apre brecce nelle vene
il fumo che corrode i tetti
la bestia feroce che strappa le carni
e mi vergogno della notte scesa sul mondo
©Liolucy
9 giugno 2022
6 giugno 2022
23 maggio 2022
20 maggio 2022
18 maggio 2022
Universi
__
Attraversare il mondo
un passettino alla volta
non è difficile;
basta ricordarsi - ogni tanto -
di andare a vedere dove nascono
le stelle
__
Tutti quanti
dovremmo avere con noi
un universo tascabile,
prêt-à-porter.
per dare forme musicali all'ignoto,
per ubriacarci di nuovi amori,
per ingannare la morte
__
I Love Fibonacci
For Ever
__
©Liolucy
15 maggio 2022
12 maggio 2022
di Ricky Farina
PASSEGGIARE
Passeggiare è delizioso, siamo nati per passeggiare.
I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.
Passeggiare è meraviglioso, per accarezzare le vetrine
dei negozi, per incontrare sguardi che escono dagli occhi,
per dimenticarsi di se stessi e dei propri perimetri.
Passeggiare è sinfonia d'ignoti musicali, è vertigine lieta.
Siamo tutti di passeggio a questo mondo, si sa, tutto passa,
anche i passi passano, e noi con loro. Ci sono passi che
si perdono e ci perdono e passi che ritrovano le nostre
ferite, le nostre orme dimenticate, i nostri cuori in esilio.
Passeggiare per non morire, non subito, non adesso.
Passeggiare per spingere i confini più in là, dove ci attende
il volto che ancora non conosciamo, che forse è il nostro,
è sempre il nostro volto, anche quel volto senza nome.
Passeggiare di domenica, ma anche di lunedì, dopo che
sei uscito dall'ufficio, e passeggi per dimenticare il target
da raggiungere, il principale che ti guarda torvo, l'odioso
appuntamento che ti costringe a una relazione di lavoro.
Passeggiare insieme, ma anche soli, con una sigaretta a
farci compagnia, piccola brace contro la notte, sfiorando
le proprie sconfitte, giocando con il disincanto, in cerca
di un'avventura, ancora una, per non morire, non adesso.
I sentieri non portano da nessuna parte senza i nostri
passi, e i viali alberati sono sconfinate solitudini se
non c'è uomo che passi alzando lo sguardo al cielo.
Passeggiare è meraviglioso, per accarezzare le vetrine
dei negozi, per incontrare sguardi che escono dagli occhi,
per dimenticarsi di se stessi e dei propri perimetri.
Passeggiare è sinfonia d'ignoti musicali, è vertigine lieta.
Siamo tutti di passeggio a questo mondo, si sa, tutto passa,
anche i passi passano, e noi con loro. Ci sono passi che
si perdono e ci perdono e passi che ritrovano le nostre
ferite, le nostre orme dimenticate, i nostri cuori in esilio.
Passeggiare per non morire, non subito, non adesso.
Passeggiare per spingere i confini più in là, dove ci attende
il volto che ancora non conosciamo, che forse è il nostro,
è sempre il nostro volto, anche quel volto senza nome.
Passeggiare di domenica, ma anche di lunedì, dopo che
sei uscito dall'ufficio, e passeggi per dimenticare il target
da raggiungere, il principale che ti guarda torvo, l'odioso
appuntamento che ti costringe a una relazione di lavoro.
Passeggiare insieme, ma anche soli, con una sigaretta a
farci compagnia, piccola brace contro la notte, sfiorando
le proprie sconfitte, giocando con il disincanto, in cerca
di un'avventura, ancora una, per non morire, non adesso.
(Ricky Farina - 7 maggio 2022)
7 maggio 2022
I Miei Piedi
cosa scrivere sui miei piedi?
così su due piedi non saprei, ma mentre digito questa frase buttata lì - anzi , buttata qui -
mi sto chiedendo dove si trovano in questo preciso momento i miei piedi, e perché ci penso così poco.
per quanto riguarda la prima domanda, i miei piedi in questo preciso istante sono sotto la sedia sulla quale sono seduta; uno sopra l'altro, cioè uno accavallato sull'altro.
ogni tanto si danno il cambio posizione.
ora, loro saranno sicuramente contenti, lusingati, che dedichi loro un po' di attenzione e il piede superiore - quello a cavallo sull'altro - ogni tanto si agita, tale quale come fosse la coda di un cane quando vede la ciotola piena. vorrà comunicarmi che è impaziente di sentire cosa ho da dire su di lui e sul suo gemello.
così, mentre deduco e contemporaneamente mi rendo cosciente della posizione attuale dei miei piedi, arrivo a tentar di rispondere alla seconda domanda: perché penso così poco ai miei piedi? cavolini! i piedi sono importanti, anzi, importantissimi. mi permettono di stare in piedi (appunto), di camminare, di correre, di saltare, di ballare, di dirigermi dove desidero, di dare un calcio a cosa o a chi dico io.
non oso pensare a un mondo senza piedi.
eppure, a fine giornata raramente penso a loro, se non quando si lamentano di come li tratto, e cioè quando mi fanno male o quando puzzano senza ritegno e senza vergogna.
secondo me, se penso così poco ai miei piedi è perché si trovano in una posizione troppo marginale e troppo in basso, troppo raso terra.
se, per esempio, supponiamo che ogni tanto (non sempre) avessi i miei piedi in testa, quando al mattino mi laverei la faccia, li vedrei sicuramente, e mi accorgerei di loro appena sveglia, e li noterei più spesso durante tutta la giornata.
potrebbero stare al posto delle orecchie, mi sembra una soluzione accettabile.
tanto per iniziare, ci sarebbero dei risvolti pratici non indifferenti avere i piedi al posto delle orecchie. per esempio non dovrei più piegarmi per tagliarmi le unghie dei piedi, per lavarli, per mettermi i calzini, per dargli lo smalto color perla, o per infilarmi le scarpe; e se facessero un brutto odore, me ne accorgerei subito visto che sarebbero vicini di casa del naso, che sicuramente si arriccerebbe scandalizzato, tanto è snob e selettivo.
hhmmm, però c'è un però. l'unico inconveniente che si presenterebbe in maniera inaudita e dirompente sarebbe il temutissimo solletico ai piedi.
che orrore e raccapriccio il solletico ai piedi! un pericolo imprevedibile, un vero attentato alla mia stabilità psicofisica.
se qualcuno volesse torturarmi, ecco, il solletico ai piedi porterebbe alla mia resa incondizionata in poco meno di dieci secondi. quindi, per evitare di auto flagellarmi con l'insopportabile solletico ai piedi, dovrei portare sempre i miei capelli raccolti, e stare attenta a quando mi pettino, e in più potrebbe essere un delirio andare dalla parrucchiera. fatto non trascurabile.
queste ultime considerazioni iniziano a farmi dubitare che i piedi in testa non siano poi una soluzione abbastanza pratica come avevo inizialmente paventato con baldanzosa fiducia, non avevo fatto i conti con la mia solleticofobia, che non mi lascia scampo e possibilità di scelta. mi tiene in ostaggio.
però, a parte il grosso inconveniente, avere le orecchie al posto dei piedi non sarebbe malaccio sotto un certo punto di vista; le orecchie sarebbero in una posizione favorevole per poter felicemente evitare di captare le chiacchiere orribili di certa gente.
P.S. i miei piedi da oggi in poi avranno un nome, Sixie e Dixie.
©Liolucy
4 maggio 2022
Allucinazione
Ho immaginato
cieli fioriti
e prati stellati.
Ho immaginato
ogni fiore cadente
colorare l'orizzonte
Ho immaginato
stelle sbocciate apposta
per illuminare i cuori
ma anche i piedi
Perché se non sai dove andare
è inutile mettersi in cammino
©Liolucy
Iscriviti a:
Post (Atom)