23 luglio 2022

Deposizione di Primo Levi per il processo Bosshammer

 




Tribunale di Torino, lunedì 3 maggio 1971


Primo Levi, nato a Torino il 31.7.1919, residente a Torino, Corso Re Umberto 75.


Sono stato arrestato nel dicembre 1943 dalla milizia fascista, in seguito a una delazione. L’azione della milizia fascista non era diretta alla cattura degli ebrei, ma di un gruppo partigiano di cui io facevo parte. Dopo l’arresto sono stato interrogato dalla milizia stessa e dalla polizia italiana; nel corso di questo interrogatorio ho dichiarato io stesso di essere ebreo. In seguito a questa mia dichiarazione, sono stato inviato al campo di raccolta di Fossoli, presso Carpi. Il trasferimento al campo di Fossoli ebbe luogo verso la fine del gennaio 1944.

A quanto mi risulta, in quel momento il campo di Fossoli si trovava sotto l’amministrazione della polizia italiana. I nostri rapporti con i funzionari della polizia italiana erano discreti. A nostra domanda, essi ci assicurarono piu’ volte che il campo sarebbe rimasto sotto amministrazione italiana e che non saremmo stati ceduti all’autorita’ tedesca. Non posso dire con precisione quando le autorita’ tedesche sono subentrate a quelle italiane nella direzione del campo: ricordo pero’ di avere visto per la prima volta uomini delle SS il giorno 20 febbraio 1944; posso garantire questa data perchè subito dopo il mio ritorno ho scritto appunti destinati ad essere inclusi in un libro. Questo libro porta il nome italiano "Se questo è un uomo". Il giorno 20 circa, ho visto per la prima volta personalmente un gruppo di quattro o cinque SS; non ricordo il numero esatto. Che fossero appartenenti alle SS lo posso dire con precisione, perchè gia’ a quel tempo conoscevo la differenza tra le uniformi della Wehrmacht e quelle delle SS.

Secondo i racconti di alcuni miei compagni di prigionia, questi militari delle SS erano gia’ presenti al campo da qualche giorno, ma io li ho visti per la prima volta verso il 20 febbraio. Non posso dire quali fossero i loro gradi, ma posso affermare che almeno uno di loro era un ufficiale, perchè ho udito che assegnava ordini agli altri. Non ho potuto osservare se era arrivato insieme con gli altri o no. Questo ufficiale ha scambiato qualche parola in tedesco anche con noi: si serviva occasionalmente anche di qualche parola italiana e ricordo di averlo udito dire, rivolto agli altri, in italiano: «Campo grande, legna niente»; nella sua intenzione questo era un rimprovero per l’amministrazione precedente del campo. Da questa sua frase abbiamo tratto qualche speranza sul nostro futuro destino. Mi sono state mostrate alcune fotografie dall’imputato Bosshammer, ma non sono in grado di riconoscere in queste immagini alcune delle persone viste allora. A quanto mi ricordo, al momento del mio arrivo nel campo di Fossoli, gli ebrei italiani era da 100 a 200; il loro numero aumento’ poi rapidamente, e raggiungeva la cifra di 650 al momento della deportazione. Poco prima del 20 febbraio giunse a Fossoli un gruppo di ebrei proveniente dalle Carceri Nuove di Torino. Non posso dire se essi furono condotti a Fossoli da italiani o da tedeschi. Non posso neppure dire se insieme con le SS giunse a Fossoli un gruppo di 60 fino a 80 ebrei. Non posso dire con precisione se gli arrivi furono piu’ frequenti nella seconda meta’ di febbraio, ma ricordo che circa quindici giorni dopo il nostro arrivo un gruppo di ebrei appena arrivati dovette dormire per terra una notte perchè mancava posto per ospitarli.

A quanto ricordo, i circa 400 ebrei che giunsero a Fossoli durante il mio soggiorno sono arrivati a scaglioni. Formalmente l’amministrazione del campo era rimasta in mano italiana, ma avemmo subito l’impressione che il comando effettivo fosse passato ai tedeschi; infatti la sera stessa del 20 febbraio un soldato delle SS da noi interrogato disse che saremmo partiti l’indomani o il dopodomani. Erano queste, forse, le prime parole tedesche che sentivo. Il tedesco che pronuncio’ questa frase era un soldato semplice. Dopo l’annuncio della partenza le condizioni interne del campo non cambiarono, ma la guardia esterna fu rinforzata. Da parte tedesca, non posso dire da chi personalmente, venne dichiarato che se uno di noi fosse fuggito, dieci sarebbero stati fucilati. Il mattino del 21 febbraio alcuni di noi chiesero ai soldati delle SS se avremmo dovuto o potuto portare con noi le nostre cose. Ci risposero che saremmo stati trattati bene, ma che il paese di destinazione era freddo; percio’ ci consigliarono di portare via tutto quanto possedevamo, denaro, oro, gioielli, valute e particolarmente pellicce, coperte ecc.

Chiedemmo ai soldati delle SS qual era la nostra destinazione e che cosa sarebbe avvenuto di noi, ma ci risposero che non lo sapevano. Le SS possedevano pero’ un elenco alfabetico, poichè al mattino del 21 febbraio ebbe luogo un appello a cui i singoli dovevano rispondere: «Presente». Ricordo con precisione il numero degli ebrei deportati, che erano 650, perchè al termine dell’appello un tedesco disse: «650 Stuck, alles in Ordnung». Non ricordo chi esegui’ l’appello, se cioè l’ufficiale o i soldati. Sono sicuro che la partenza avvenne il 22 febbraio, non solo in base a quanto ho scritto nel libro citato , ma anche in base a una lettera di cui conservo copia, che io scrissi subito dopo il mio rientro in Italia ad alcuni miei parenti in America. Non ricordo se dopo l’arrivo dei tedeschi abbiano avuto luogo contatti da parte nostra con la polizia italiana del campo allo scopo di evitare le deportazioni.

Nei giorni precedenti avevamo cercato di ottenere qualche assicurazione contro la deportazione, ma non avemmo che qualche promessa molto vaga, dalla quale si capiva che non avevano voce in capitolo. Dopo l’appello venimmo caricati su alcuni pullman, insieme con i nostri bagagli, e portati dal campo alla stazione ferroviaria di Carpi. Le SS erano con noi, i nostri bagagli erano sul tetto del pullman, e all’arrivo alla stazione un soldato delle SS mi ordino’ di salire sul tetto per scaricare i bagagli; a quel tempo io non comprendevo i tedeschi e non capii questo ordine; il soldato mi percosse e mi obbligo’ con la violenza a salire sul tetto. Mi pare di essere stato trasportato da Fossoli a Carpi con uno dei primi pullman. Non posso dire se questi pullman fecero un viaggio solo o piu’ viaggi da Fossoli a Carpi e viceversa. Quando giunsi alla stazione di Carpi, mi pare di ricordare che il treno era ancora quasi vuoto. Secondo l’intenzione dei tedeschi, i vagoni avrebbero dovuto essere occupati per ordine alfabetico, a partire dal primo; riuscimmo pero’ in certa misura a evitare questo ordinamento, in modo da non separarci da alcuni amici. Mi pare di ricordare che il mio pullman parti’ da Fossoli verso le 10 di mattina. Il treno fu completamente occupato verso le 14, ma non parti’ che verso le 18. Molti prigionieri che volevano ricongiungersi in altri vagoni con amici o parenti furono percossi rudemente.

Quest’ordine dei tedeschi, di occupare il treno per ordine alfabetico, venne fatto rispettare con grande durezza anche quando in questo modo si venivano a separare gruppi familiari in diversi vagoni. Io venni percosso con calci e col calcio di un fucile. Un mio collega, che tentava di cambiare vagone, venne sbattuto contro il montante del vagone, e ferito alla fronte, tanto che giunse ad Auschwitz ferito, con la ferita ancora aperta. Il treno era composto da dodici vagoni merci, ciascuno dei quali era occupato da 45 fino a 60 persone. Il mio vagone era il piu’ piccolo ed era occupato da 45 persone. Un occupante il mio vagone potè leggere un cartello appeso all’esterno del vagone stesso che portava la scritta «Auschwitz», ma nessuno di noi sapeva il significato di questa parola, nè dove la localita’ si trovasse.

La nostra scorta viaggiava in un vagone particolare, non ricordo se in testa o in coda al convoglio, e non ricordo se era un vagone merci o viaggiatori; questo vagone conteneva anche le scorte per il viaggio. La nostra scorta era composta di uomini delle SS, almeno in parte: infatti le nostre condizioni psicologiche durante il viaggio non erano tali da permetterci di fare distinzioni. Mi è stato detto che nel 1945 ho deposto che almeno due del personale di accompagnamento erano SS del campo di Fossoli; puo’ essere che allora la mia memoria fosse piu’ fresca di adesso, in ogni caso a quel tempo ho cercato di rispondere nel modo piu’ veridico possibile. Non posso ricordare se l’ufficiale delle SS, che avevo visto a Fossoli, fosse con noi durante il viaggio sul pullman o piu’ tardi sul treno. I vagoni contenevano soltanto un po’ di paglia sul pavimento e nessun tipo di gabinetto e nessun secchio.

Nel nostro vagone c’erano alcuni bambini, e percio’ era disponibile qualche vaso da notte, per mezzo del quale potevamo liberarci degli escrementi attraverso la finestrella del vagone. Era possibile uscire dal vagone solo una volta al giorno, qualche volta in stazioni, qualche volta in aperta campagna. In entrambi i casi, i prigionieri dovevano adempiere ai loro bisogni personali pubblicamente, sotto i vagoni o nelle vicinanze immediate, e promiscuamente, uomini e donne. La scorta era sempre presente. Alla notte c’era appena lo spazio per dormire coricati per terra, su un fianco, e compressi l’uno contro l’altro. I vagoni erano privi di riscaldamento, e la brina si condensava all’interno.

Alla notte faceva molto freddo, di giorno si soffriva un po’ meno perchè ci si poteva muovere.  Per quanto riguarda l’alimentazione, ci era stato concesso di provvedere ad alcune scorte di pane, marmellata e formaggio, e acqua; il pane e la marmellata erano in misura sufficiente per non soffrire la fame, ma l’acqua era molto scarsa, perchè a Fossoli non possedevamo recipienti, percio’ tutti soffrivano gravemente la sete. La scorta ci proibiva di chiedere acqua all’esterno e di riceverne attraverso il finestrino.

Durante tutto il viaggio non ricevemmo alcun alimento caldo; solo durante la discesa quotidiana dal vagone, due o tre uomini per vagone venivano condotti dalla scorta al vagone delle provviste, per prelevarvi il pane e la marmellata per il loro vagone. Soltanto una volta, a Vienna, ci fu concesso di rinnovare la scorta d’acqua. Nel nostro vagone c’era un bambino ancora lattante e una bambina di tre anni. Anche per loro non vi fu nulla da mangiare se non la razione di pane e marmellata. Mi è stato detto che almeno un caso di morte ebbe luogo durante il viaggio; non ricordo se si trattasse di un uomo o di una donna. Questo dettaglio mi è stato raccontato da un mio amico medico, che faceva parte del trasporto. Il nostro convoglio termino’ il viaggio la sera del 26 febbraio, il treno si fermo’ alla stazione civile della citta’ di Auschwitz (non a Birkenau o non nel campo centrale). Appena fummo discesi dai vagoni, ebbe luogo una rapidissima selezione: furono formati tre gruppi.

Del primo gruppo, a cui io appartenevo, facevano parte 95 o 96 uomini adatti al lavoro; del secondo gruppo facevamo parte 29 donne adatte al lavoro; tutti gli altri furono giudicati non adatti al lavoro. Il numero delle donne adatte al lavoro in quel momento è stato da me soltanto valutato: dopo il rimpatrio ho pero’ avuto conferma dalle donne sopravvissute che si trattava proprio di 29. Gli uomini validi, di cui io facevo parte, furono trasportati con un camion quella notte stessa al campo di Buna-Monowitz. Il gruppo maggiore, costituito dai non adatti al lavoro (tutti i bambini, i vecchi e le donne con figli, i malati e gli inabili), furono caricati su camion e portati a una destinazione a noi sconosciuta.

Solo qualche mese dopo, quando nel campo di Monowitz io incominciai a capire il tedesco e a comprendere i discorsi dei miei compagni, mi resi conto che gli inabili al lavoro erano stati tutti soppressi nei giorni immediatamente seguenti all’arrivo: cio’ mi fu confermato dal fatto che dopo il mio ritorno in Italia nessuno di loro fu piu’ ritrovato nè giunse sua notizia.

Allego alla presente deposizione un mio appunto che consiste in una lista di 75 nomi che ho potuto ricostruire dopo il mio ritorno in Italia. Si tratta di 75 sui 95 o 96 uomini adatti al lavoro che entrarono con me nel campo di Monowitz. I nomi cerchiati sono quelli di coloro che sopravvissero alla liberazione, i nomi contrassegnati con T sono quelli che fecero parte del trasporto di evacuazione avvenuto nel gennaio 1945 da Auschwitz verso Buchenwald e Mauthausen; con S sono contrassegnati i nomi dei morti di selezioni; con M i nomi dei morti di malattia; e con L il nome dell’unico prigioniero morto dopo la liberazione e prima del rimpatrio. Di alcuni miei compagni ho potuto ricostruire il numero di matricola: le prime cifre di detto numero sono in tutti i casi 174. Il mio numero di matricola era: 174517.

Prima del mio arrivo ad Auschwitz non conoscevo i nomi dei campi di concentramento e i dettagli dello sterminio che vi aveva luogo; tuttavia avevo avuto notizie concrete sull’operazione di sterminio degli ebrei attraverso le fonti seguenti:
1. articoli comparsi sui giornali svizzeri, in particolare sulla Gazette de Lausanne, che durante la guerra era possibile leggere in Italia;
2. audizioni clandestine delle radio emittenti alleate, in specie Radio Londra;
3. un «libro bianco» pubblicato dal governo inglese sulle atrocita’ tedesche nei campi di sterminio, opuscolo che mi era pervenuto clandestinamente e che io stesso avevo tradotto dall’inglese in italiano;
4. vari colloqui avuti con militari italiani reduci dalla Russia, dalla Croazia e dalla Grecia, i quali tutti avevano assistito a maltrattamenti, uccisioni e deportazioni di ebrei da parte di tedeschi;
5. colloqui avvenuti nel 1942 fino al 1943 con ebrei profughi dalla Croazia e dalla Polonia che si erano rifugiati in Italia. In base a tutte queste informazioni, al tempo della nostra deportazione pensammo che il nostro destino sarebbe consistito in una prigionia molto dura, in un lavoro forzato, in una scarsa alimentazione ecc., ma non prevedevamo che in campo di concentramento si svolgesse un’azione di sterminio cosi’ metodica e su scala cosi’ grande.


Letto confermato e sottoscritto. 

Primo Levi 


[1971]


92 commenti:

  1. Toccante. L'olocauto rappresenta una tragedia insanabile per gli ebrei, per i sopravissuti e per tutti gli esseri umani.
    “Lo scopo del lager è l’annientamento dell’uomo, che prima di morire deve essere degradato in modo che si possa dire, quando morrà, che non era un uomo”. Queste sono le parole del comandante nazista Franz Stangl, tratte da "In quelle tenebre" di Gitta Sereny.

    RispondiElimina
  2. Deve essere stata dura per Levi rielaborare le violenze subite. E' stata dura per tutti. Un uomo che va ricordato per le sue vicende umane anche al di fuori delle date dedicate. Ed ho riletto questo tuo post https://attimiespazi.blogspot.com/2020/09/primo-levi-e-lodio.html?m=1

    RispondiElimina
  3. L'atrocità immane dei crimini commessi dai nazisti sono stati descritti da quest'uomo, scrittore da mantenere vivo, e con una lucidità di analisi della tragedia che ha vissuto ci ha mostrato dove porta l'odio. Immenso.

    RispondiElimina
  4. "L’Uomo, tu uomo, sei stato capace di far questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali” (Primo Levi)
    Il vero virus è quello della violenza che è sempre presente nell'uomo , basta un abbassamento delle difese della ragione per provocare mostruosità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché Abele fu ucciso, noi siamo la stirpe di Caino

      Elimina
  5. "Le SS, come ho detto, sceglievano accuratamente, dai Lager o dai convogli in arrivo, i candidati alle Squadre, e non esitavano a sopprimere sul posto coloro che si rifiutavano o si mostravano inadatti alle loro mansioni. Nei confronti dei membri appena assunti, esse mostravano lo stesso comportamento sprezzante e distaccato che usavano mostrare verso tutti i prigionieri, e verso gli ebrei in specie: era stato loro inculcato che si trattava di esseri spregevoli, nemici della Germania e perciò indegni di vivere; nel caso più favorevole, potevano essere obbligati a lavorare fino alla morte per esaurimento. Non così si comportavano invece nei confronti dei veterani della Squadra: in questi, sentivano in qualche misura dei colleghi, ormai disumani quanto loro, legati allo stesso carro, vincolati dal vincolo immondo della complicità imposta. Nyiszli racconta dunque di aver assistito, durante una pausa del "lavoro", ad un incontro di calcio fra SS e SK (Sonderkommando), vale a dire fra una rappresentanza delle SS di guardia al crematorio e una rappresentanza della Squadra Speciale; all'incontro assistono altri militi delle SS e il resto della Squadra, parteggiano, scommettono, applaudono, incoraggiano i giocatori, come se, invece che davanti alle porte dell'inferno, la partita si svolgesse sul campo di un villaggio. Niente di simile è mai avvenuto, né sarebbe stato concepibile, con altre categorie di prigionieri; ma con loro, con i "corvi del crematorio", le SS potevano scendere in campo, alla pari o quasi. Dietro questo armistizio si legge un riso satanico: è consumato, ci siamo riusciti, non siete più l'altra razza, l'anti-razza, il nemico primo del Reich Millenario: non siete più il popolo che rifiuta gli idoli. Vi abbiamo abbracciati, corrotti, trascinati sul fondo con noi. Siete come noi, voi orgogliosi: sporchi del vostro sangue come noi. Anche voi, come noi e come Caino, avete ucciso il fratello. Venite, possiamo giocare insieme. [...] Perché hanno accettato quel loro compito? Perché non si sono ribellati, perché non hanno preferito la morte? In certa misura, i fatti di cui disponiamo ci permettono di tentare una risposta. Non tutti hanno accettato; alcuni si sono ribellati sapendo di morire. Di almeno un caso abbiamo notizia precisa: un gruppo di quattrocento ebrei di Corfù, che nel luglio 1944 era stato inserito nella Squadra, rifiutò compattamente il lavoro, e venne immediatamente ucciso col gas. È rimasta memoria di vari altri ammutinamenti singoli, tutti subito puniti con una morte atroce (Filip Müller, uno fra i pochissimi superstiti delle Squadre, racconta di un suo compagno che le SS introdussero vivo nella fornace), e di molti casi di suicidio, all'atto dell'arruolamento o subito dopo.

    >>>

    RispondiElimina
  6. Infine, è da ricordare che proprio dalla Squadra Speciale fu organizzato, nell'ottobre 1944, l'unico disperato tentativo di rivolta nella storia dei Lager di Auschwitz, a cui già si è accennato. Le notizie che di questa impresa sono pervenute fino a noi non sono né complete né concordi; si sa che i rivoltosi (gli addetti a due dei cinque crematori di Auschwitz-Birkenau), male armati e privi di contatti con i partigiani polacchi fuori del Lager e con 1'organizzazione clandestina di difesa entro il Lager, fecero esplodere il crematorio n. 3 e diedero battaglia alle SS. Il combattimento finì molto presto; alcuni degli insorti riuscirono a tagliare il filo spinato ed a fuggire all'esterno, ma furono catturati poco dopo. Nessuno di loro è sopravvissuto; circa 450 furono immediatamente uccisi dalle SS; di queste, tre furono uccise e dodici ferite. Quelli di cui sappiamo, i miserabili manovali della strage, sono dunque gli altri, quelli che di volta in volta preferirono qualche settimana in più di vita (quale vita!) alla morte immediata, ma che in nessun caso si indussero, o furono indotti, ad uccidere di propria mano.
    Ripeto: credo che nessuno sia autorizzato a giudicarli, non chi ha conosciuto l'esperienza del Lager, tanto meno chi non l'ha conosciuta. Vorrei invitare chiunque osi tentare un giudizio a compiere su se stesso, con sincerità, un esperimento concettuale: immagini, se può, di aver trascorso mesi o anni in un ghetto, tormentato dalla fame cronica, dalla fatica, dalla promiscuità e dall'umiliazione; di aver visto morire intorno a sé, ad uno ad uno, i propri cari; di essere tagliato fuori dal mondo, senza poter ricevere né trasmettere notizie; di essere infine caricato su un treno, ottanta o cento per vagone merci; di viaggiare verso l'ignoto, alla cieca, per giorni e notti insonni; e di trovarsi infine scagliato fra le mura di un inferno indecifrabile. Qui gli viene offerta la sopravvivenza, e gli viene proposto, anzi imposto, un compito truce ma imprecisato. È questo, mi pare, il vero Befehlnotstand, lo "stato di costrizione conseguente a un ordine": non quello sistematicamente ed impudentemente invocato dai nazisti trascinati a giudizio, e più tardi (ma sulle loro orme) dai criminali di guerra di molti altri paesi. Il primo è un aut-aut rigido, l'obbedienza immediata o la morte; il secondo è un fatto interno al centro di potere, ed avrebbe potuto essere risolto (in effetti spesso fu risolto) con qualche manovra, con qualche ritardo nella carriera, con una moderata punizione, o, nel peggiore dei casi, col trasferimento del renitente al fronte di guerra.

    (Primo Levi, I sommersi e i salvati)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L’abominio su l’abominio, questo ricordo ha macerato l’anima di tanti sopravvissuti. Non bastava toglier loro la libertà, la vita …li hanno piegati anche nella loro più intima essenza, li hanno voluti macchiare nell’anima. Cosa c’è di più dilaniante, per una persona mite e buona, se non ritrovarsi costretto per prolungare o salvare la propria vita ….ad ubbidire, a collaborare con dei mostri? Sono sopravvissuti, ma dentro erano stati uccisi, vivevano ….ma come fantasmi tormentati.

      Elimina
  7. Freddy, hai visto? Attimi ti sta generosamente aiutando a capire la mostruosità. Aveva ragione o no a dirti che tu non sapevi di cosa stessi parlando, quando hai scritto le tue cavolate su Primo Levi e su gli ebrei?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vi ricordo l'incazzatura del Farina per ciò che ha scritto Freddy su Levi è falsa. La vera motivazione del post dove scrive che se lo becca lo mena,è per avergli detto che usa persone handicappate per metterli alla berlina, come il tale Luchino, amico del Rickyno.

      Elimina
    2. No, ti sbagli 20:23. Freddy ha scritto delle emerite cagate su Levi, che poi Farina ha cancellato....

      Elimina
    3. ha voluto deviare la vera motivazione per sentirsi come al solito un partigiano antifascio. Rickyno confermi? vieni a scriverlo quì se hai le palline ammora

      Elimina
    4. 20:50 la sua interpretazione è fantasiosa. Cosa ha bevuto questa sera?

      Elimina
    5. un vinellino frizzantino

      Elimina
    6. Niente vodka stasera?

      Elimina
  8. Grazie Attimi, dei tuoi contributi. Il tuo messaggio è chiaro. Levi non va letto su Wikipedia.

    RispondiElimina
  9. Invece di dire cazzate, pensate ai martiri del Green Pass, e ai boia collaborazionisti e fomentatori di odio come Farina. Per quanto riguarda gli ebrei, mi fa piacere che la mia PROVOCAZIONE, abbia creato una discussione.
    "I "salvati" del Lager non erano i migliori, i predestinati al bene, i latori di un messaggio: quanto io avevo visto e vissuto dimostrava l'esatto contrario. Sopravvivevano di preferenza i peggiori, gli egoisti, i violenti, gli insensibili, i collaboratori della "zona grigia", le spie. Non era una regola certa (non c'erano, né ci sono nelle cose umane, regole certe), ma era pure una regola. Mi sentivo sì innocente, ma intruppato tra i salvati, e perciò alla ricerca permanente di una giustificazione, davanti agli occhi miei e degli altri. Sopravvivevano i peggiori, cioè i più adatti; i migliori sono morti tutti" Primo Levi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Provocazione dietro provocazione, non ti crede più nessuno Freddy. Allora ha fatto bene Richietto a cancellare le tue "provocazioni" su un tema così importante. E però Levi ha anche scritto come ha riportato Attimiespazi, che "Ripeto: credo che nessuno sia autorizzato a giudicarli, non chi ha conosciuto l'esperienza del Lager, tanto meno chi non l'ha conosciuta. Vorrei invitare chiunque osi tentare un giudizio a compiere su se stesso, con sincerità, un esperimento concettuale: immagini, se può, di aver trascorso mesi o anni in un ghetto, tormentato dalla fame cronica, dalla fatica, dalla promiscuità e dall'umiliazione; di aver visto morire intorno a sé, ad uno ad uno, i propri cari; di essere tagliato fuori dal mondo, senza poter ricevere né trasmettere notizie; di essere infine caricato su un treno, ottanta o cento per vagone merci; di viaggiare verso l'ignoto, alla cieca, per giorni e notti insonni; e di trovarsi infine scagliato fra le mura di un inferno indecifrabile. Qui gli viene offerta la sopravvivenza, e gli viene proposto, anzi imposto, un compito truce ma imprecisato.".....

      Elimina
  10. Farina in un lager sarebbe stato probabilmente un Kapò. A me mi avrebbero di sicuro fucilato. Quindi le sue stupide offese, non mi toccano affatto. È un piccolo verme, un nazistino da burletta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. esatto,io non sono veramente sicuro che persone come richietto e lindt si sarebbero rifiutati di fucilare i non vax se li avessero obbligati

      Elimina
    2. Concordo 11:59...Il fatto che a loro dia fastidio se qualcuna gli ricordi con argomenti validi e concreti quanto sono stati odianti, forse è una conferma al tuo dubbio...

      Elimina
    3. non sono capaci di riconoscere il male che hanno scritto,perchè gli manca la virtù del discernimento

      Elimina
    4. Come ha detto Stefano... "basta un abbassamento delle difese della ragione per provocare mostruosità."

      Elimina
    5. Se le stupide offese (e minacce) di Farina non ti toccano , Freddy, non dovresti neanche prenderlo più in considerazione, come fa Attimi, come faccio io e come penso stiano facendo altri.

      Elimina
    6. E soprattutto dovresti smetterla di leggere i suoi raccontini da terza elementare, come fanno a piacerti Freddy?

      Elimina
    7. Ma quanti anni hai stefano? Per capire a che punto sei, col comprendonio...25-30?

      Elimina
    8. Se dovessi giudicare un autore, da quello che ha detto nella vita, al si fuori dell'opera; allora (con le proporzioni dwl caso) non mi sarebbe dovuto piacere neanche Céline, (come tanti altri) che era uno scellerato antisemita... che l'ha pagata MOLTO CARA! Gli hanno persino rubato i manoscritti, e ce li hanno tenuti nascosti per quasi 80 anni. Che criminali...che banditi!

      Elimina
    9. Volevo fare la stessa domanda a te, anche se è una domanda retorica. Hai detto che non ti dispiacciono i raccontini di farina... e lui continua a scriverne. 😉

      Elimina
    10. Richino, ora cosa fai? Non pubblichi più neanche i "commenti" di Lindt? Come mai? Cosa rispondi?

      Elimina
    11. Attimi, fai attenzione, tra qualche giorno richino tenterà di riagganciarti. Fanno così quelli come lui... 😁

      Elimina
  11. Chissà se Farina di fronte a un Mengele, lo avrebbe adorato, come scenziato, che lavorava per il bene dell'umanità tutta, come quel bandito, fregnacciaro di Burioni. Cambiano le proporzioni. Uomini piccoli, fanno infamità più piccole.

    RispondiElimina
  12. Le solite scuse... tue e dell'altro blogger... "ero ironico, era una provocazione, ero bevuto, "... Siete uguali, non credibili tutti e due.

    RispondiElimina
  13. Ma infatti io non condanno gli ebrei o i nazisti o i Russi. Condanno tutto il genere umano. Salamov racconti sui Gulag russi. https://youtu.be/jGqnWWhSotE

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Levi ha scritto che si è suicidato perchè non sopportava più il genere umano

      Elimina
    2. https://www.youtube.com/watch?v=z_AAEGjk7KE

      Elimina
  14. Poi comunque non me frega un cazzo. C'ho altri problemi. Vivere per esempio! Intanto gli ebrei sparano ai palestinesi, e i nazi ai russi...cazzi loro!

    RispondiElimina
  15. Comunque una cosa è certa, la media delle persone conosce poco o nulla dei tempi del nazismo, una infarinatura scolastica minimalista racchiusa in pochi termini “nazismo, fascismo, guerra, partigiani, lager, strage ebrei”. Poi se ricerchi testimonianze più approfondite allora l’informazione si ampia, in tal modo una verità buttata lì un po’ alla cazzo da Fosca non fa inorridire di sdegno. Perché quella verità è stata testimoniata con tutto il suo carico di angoscia proprio dai diretti sopravvissuti. A me quello che ha fatto preoccupare è che quando la gente protestava per le discriminazioni, facendo notare certe analogie coi tempi del nazismo e fascismo, ..subito è stata tacitata “non permettetevi di fare paragoni con gli ebrei, con il razzismo”. Non ci si deve permettere? Allora si deve tacere e subire perché ci si è permessi un paragone? Ma ciò che contraddistingue le due situazioni è la medesima cosa “discriminazione senza motivo”. Gente ha perso mesi di stipendio, ha perso definitivamente il lavoro, gente ha subito continui trattamenti sanitari invasivi, gente è ammalata o morta improvvisamente dopo il farmaco, ed in più si è trovata le bollette raddoppiate (praticamente depredati con una delle tante motivazioni usate per poter metter le mani sui risparmi). Finché continuerà in tanti a persistere la convinzione di essere superiori, nel giusto, in regola, immunizzati, di proteggere gli altri per aver fatto parte di una sperimentazione, che il farmaco funziona (perché LORO non si sono ammalati o comunque non sono morti quando si sono infettati) …..gli altri, fuori dal pensiero a senso unico, saranno sempre visti come un potenziale pericolo. A suo tempo puntarono il dito sull’ebreo come pericolo ed ora lo hanno puntato verso chi non si è sottoposto ad una sperimentazione, dichiarandolo pericoloso. Perché sia ben chiaro, l’indirizzo è che la massa si deve autoconvincere che ha bisogno di vaccini e che a chiamata deve presentarsi per qualsiasi trattamento sanitario ritenuto opportuno, volente o nolente ….per il bene comune e della Società. Un gigantesco Lager Sanitario.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. https://www.francescadonato.eu/wp-content/uploads/Schermata-2021-12-13-alle-11.47.03.png A me mia sorella mi ha chiesto di fare il tampone o non potevamo vederci. Chiaramente non l' ho fatto. Natale da solo. Questo era il livello.

      Elimina
    2. Noi sapendo che i vaccinati si sarebbero infettati e per evitare di essere accusati ingiustamente abbiamo messo le mani avanti. Avvisati cordialmente tutti che, finché non terminava il delirio e la caccia alle streghe, ci si sentiva per telefono ma ognuno a casa propria. E così abbiamo evitato diversi rischi contagio, le nostre frequentazioni vaccinate si sono ammalate tutte.

      Elimina
    3. ho passato un Natale normalissimo con i miei parenti.
      vaccinati e non vaccinati tutti insieme appassionatamente.
      ci siamo abbracciati e baciati. mangiato alla stessa tavola.
      non si è ammalato nessuno.
      io penso che, temere i vaccinati sia un po' ricalcare la paura
      dei vaccinati verso i non vaccinati.
      non esageriamo, nell'altro senso.
      se io so che qualcuno è malato, magari evito i contatti stretti,
      naturalmente.
      come facevo in passato con tutte le altre malattie virali.
      chi è che ha voglia di ammalarsi,
      anche solo per un herpes?..

      Elimina
    4. Se fossero tutti come te attimi, che spargi amore a profusione, ci moriremmo tutti soffocati d'amore, peggio che con la polmonite da coviddi! io sono contento di essere stato da solo a natale, tanto mi fanno tutti schifo.

      Elimina
    5. Freddy, i miei parenti, che si erano vaccinati, non si sono neanche lontanamente sognati di fare discriminazioni.
      e tanto meno i non vaccinati si sognano ora di fare discriminazioni
      verso i vaccinati, o mostrare paura di essere infettati.
      non aveva senso allora, non ha senso ora, a parer mio
      evidentemente, io vivo in un ambiente diverso dal tuo.
      "tanto mi fanno tutti schifo", se permetti, è la solita frase da qualunquista..

      Elimina
    6. Quando sei il figlio minore di tre, e tuo padre tornato alle 2 dall'altra donna, picchia tua madre, malata e paralizzata a letto , e lei piange e urla, per mezzora, e tu a 13 anni, sei l'unico ad alzarsi e andare ed affrontare tuo padre, perché tuo fratello e tua sorella se ne fottono, e fanno finta di dormire... Beh un po' di schifo, ti rimane... Qualunquemente. O No?

      Elimina
    7. lo schifo deve rimanere per tuo padre.
      i tuoi fratelli non c'entrano..

      Elimina
    8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    9. Tutte le notti succedeva... Lascia perdere non ci arrivi, come dici che io, non arrivo a capire la situazione nei lager e il dopo la liberazione.

      Elimina
    10. Fosse stato per te, non avrebbero fatto manco il processo di Norimberga!!

      Elimina
    11. no ti sbagli, Freddy.
      io sono per la Giustizia. se possibile.
      ma non sono per l'odio..

      Elimina
    12. Quindi se fossi stata un'ebrea, e in guerra ti avessero dato un fucile, sapendo cosa facevano i nazi, e ti avessero detto spara a quel soldato, o ufficiale delle SS, tu non gli avresti sparato. Giusto?

      Elimina
    13. penso di no.
      hai presente Il Pianista di Polański.
      ecco..


      (buonanotte, devo riposare)

      Elimina
    14. Mai visto e mai lo vedrò. Abborro i pipponi anche cinematografici. Riposa in pace... pacifista. 😒

      Elimina

    15. si capisce, che non hai visto Il Pianista..

      Elimina
    16. Scusa mi sono confuso con "La leggenda del pianista sull'oceano" che non c'entra manco un cazzo... mi rimangio il giudizio. Ahahha! Very very sorry! 😔

      Elimina
    17. Mi toccherà guardarlo come punizione...

      Elimina
    18. Noi non temiamo il virus in se, semplicemente non abbiamo voluto rischiare accuse da parte di amici e parenti di averli infettati (accuse che, come prevedibile, hanno subito rivolto a chi avevano frequentato prima di ammalarsi). E così rispettando le reciproche scelte, chi di non frequentare non vaccinati e chi di non gradire accuse arbitrarie, stiamo tutti in cordialità in ambienti all’aperto in attesa che il delirio termini. Nel frattempo, a seguito del pacchetto covid amorosamente inviato a casa dall’ospedale, nella famiglia della mia amica in due si sono già contagiati. Grazie sistema sanitario! Per esserti liberato di un pacco scomodo e consapevolmente aver causato il contagio in una famiglia uscita indenne per due anni e mezzo!

      Elimina
    19. In merito al vissuto di Fosca ragazzino, ha avuto un’esperienza che ha leso fortemente i rapporti coi fratelli. Purtroppo, lui il più piccolo, sì è trovato da solo a gestire il male e i fratelli non intervenendo “sono stati complici di quel male”. Se ti ritrovi solo nella tua famiglia, che dovrebbe invece sostenerti e proteggerti, diventa veramente dura mantenere il rispetto e tanto meno l’affetto. Si è ricreato in piccolo, nel nucleo famigliare, la medesima situazione e atmosfera di un piccolo lager. Il male fatto uomo, il dolore e terrore, il senso di solitudine e …..l’indifferenza, sottomissione, omertà degli altri. Ovviamente le giustificazioni ci sono, erano giovani pure loro, avevano paura, tacevano per quieto vivere, per sopravvivere, stando fermi schivavano le percosse. Però se avessero affiancato il fratello minore, forse le cose sarebbero state diverse. Non si sono coalizzati, bisogna chiedersi perché l’essere umano si coalizzi più facilmente per proteggere il male piuttosto che il bene. E se non si riesce a fermare il male nel piccolo che speranza abbiamo mai di fermare il male nel grande?

      Elimina
    20. Anonimo, hai scritto 'E così abbiamo evitato diversi rischi contagio, le nostre frequentazioni vaccinate si sono ammalate tutte". dalle tue parole mi sembrava di aver capito che temevi comunque e anche il rischio contagio. e da lì la decisione..

      Elimina

      Elimina
    21. Freddy, se davvero hai sofferto i soprusi e visto violenze in famiglia, ancora non si capiscono le cazzate che hai scritto su Levi e gli ebrei.

      Elimina
    22. Quelle che hai scritto sul blog di Farina, e che quel fessacchione ha cancellato....

      Elimina
    23. Se non capisci un cazzo, che ti posso fare io?

      Elimina
    24. Se lo dici tu... Ripeto, ormai non sei più credibile, come l'altro. Due facce della stessa medaglia

      Elimina
    25. 11:58 io azzardo una ipotesi. Perché è arrabbiato e schifato, perché rileva tra la situazione di allora, in quella della sua famiglia e nella situazione di oggi il medesimo problema. Sottomissione, omertà , essere pecora pacifista in certi casi non serve proprio a fermare il male. E questa sottomissione della massa agevola il male e lascia soli ed indifesi chi cerca invece di bloccarlo. Poi a posteriori si ritrovano a piangersi addosso. Pertanto è schifato da tutti, in generale, non riesce a fidarsi ne a credere a nessuno perché di nuovo non vede una vera voglia di fermare ciò che non va bene. Vede solo tante chiacchiere, ma poi per la maggioranza tutti ligi coi loro GP pronti ad esibirlo all’occorrenza. Se quel 15 ottobre per esempio (senza fare macelli) tutti si fossero rifiutati di esibire il GP, o se si fossero presentati al lavoro dicendo “o entriamo tutti ….o non entra nessuno a lavorare”, forse qualcosa cambiava. Ed invece gran cortei pacifisti, per carità moralmente vicini ed apprezzabili, ma in maggioranza col GP in tasca. E se protesti avendo già accettato, non arrivi da nessuna parte e tendenzialmente non fai manco paura al potere.

      Elimina
    26. E allora Freddino dovrebbe vivere fuori dalla società, e non servirsene. Lacrime di coccodrillo, le sue.

      Elimina
    27. Freddy hai vissuto la violenza domestica
      https://www.youtube.com/watch?v=fjMBtmzEw0Q

      Elimina
    28. Anonimo 14:32 Come attimi, contro il gren pass, con il pass valido in tasca, il vaccino scansato... Mejo de così! Certo se muovi un po' esce la puzza.

      Elimina
    29. Essere pecore pacifiste, non solo non ferma il male, ma lo alimenta, lo consacra, e lo giustifica. Perché il male é sempre la volontà dei violenti e dei vigliacchi, di sopraffare i più deboli impunemente!

      Elimina
    30. Freddy, le falsità che scrivi dovrei cancellarle. non ho mai avuto un green pass in tasca. che faccio? lascio la tua falsa testimonianza?
      un padre violento va denunciato alla giustizia.
      questo dovevi fare..

      Elimina
    31. Ma non avevi avuto l'esenzione? Se tu sei poco trasparente non è colpa mia. Mio padre gli ho rotto un piede ed ha zoppicato per mesi. Parli della giustizia, manco fosse la madonna di Lourdes!

      Elimina
    32. Quante donne si sono rivolte alla GIUSTIZIA e sono morte uccisa dagli ex? Forse erano meglio se si fossero rivolte, a un paio di albanesi belli grossi... Bastano 200€ anche a rate!

      Elimina
    33. Oltretutto non è la prima volta che dico che avevi il Green Pass... Solo mo lo neghi?

      Elimina
    34. La verità è che non mi fido di te. Come si fa a fidarsi dei buoni? I buoni stanno lì a guardare, mentre ti ammazzano, e urlano: FERMI NON LO AMMAZZATE!!!... È UN INGIUSTIZIA! NON VA BENE!

      Elimina
    35. @Freddy Fosca
      dove avrei scritto che io avevo ottenuto l'esenzione?
      mi sembra che tu non faccia attenzione a quello che leggi.
      lo nego ora perché mi sembrava che tu minorendessi un più per i fondelli, come hai fatto da sempre, per 'provocarmi", e non avevo voglia di stare a "difendermi", in un blog non mio, dove l'essenza del commentare era quella di difendersi da accuse immotivate.

      la giustizia privata, non fa che alimentare la violenza.
      i mass media ti raccontano solo le cose negative. non ti raccontano quanti sono andati in carcere per essere stati denunciati.
      un marito che maltrattava la moglie disabile o malata era da denunciare, da tutti e tre i figli..

      Elimina
    36. ma quante ciance stai scrivendo? è proprio vero, allora.
      mica sei diverso da chi divide le persone in categorie,
      dimenticando la complessità di ogni singolo essere umano,
      e dai quali vorresti distinguerti..

      Elimina
    37. Ma tu che cazzo ne sai? Mia madre piangeva e urlava in modo così disperato e disperante, e è durato per così tanti anni, che un paio di volte due sberle gliel'ho date anch'io! Ahahahah. Non sapete un cazzo. Eravamo tutti impotenti ed esasperati. Mio padre era persino giustificabile in quel delirio di sofferenza e disperazione senza scampo e senza fine Non sapete un cazzo. L'ho persino rimproverato al fumerale di mia madre perché piangeva. Gli ho detto: " Che cazzo piangi coglione, che non se ne poteva più!"

      Elimina
    38. ci si basa su quello che scrivi. e i commentatori che ti leggono reagiscono a loro volta. chi cerca di capirne i risvolti psicologici, chi si sente di darti sostegno, chi invece ti inquadra diversamente.
      avevi scritto questo
      "Quando sei il figlio minore di tre, e tuo padre tornato alle 2 dall'altra donna, picchia tua madre, malata e paralizzata a letto , e lei piange e urla, per mezzora, e tu a 13 anni, sei l'unico ad alzarsi e andare ed affrontare tuo padre, perché tuo fratello e tua sorella se ne fottono, e fanno finta di dormire... Beh un po' di schifo, ti rimane... Qualunquemente. O No?"

      quindi, Fosca, deciditi cosa o chi vuoi essere da grande..

      Elimina
    39. 16:00 allora dovevate esporre il problema a un medico,per portarla in una struttura ospedaliera, o sedarla con i farmaci.

      Elimina
    40. Ti invidio tu non deliri mai. E stai sempre dalla parte giusta. Devi fare una bella vita.

      Elimina
    41. Sicuro se finivi in un lager qualche ufficiale tedesco, si sarebbe innamorato di te, e ti avrebbe salvata e sposata. E chissà quanti figli gli avresti dato. Ahahahahhahah!

      Elimina
    42. Delle persone come Attimi, buone e generose, se ne approfittano in molti. E anche se le dici che gli altri si approfittano di lei, a lei non tange, perché è fatta così. E' la sua natura.

      Elimina
    43. Attimi, riguardo l'esenzione, sicuramente Freddy è stato ad ascoltare le falsità che scriveva l'altro blogger, che vive nel mondo alla rovescia. ;)

      Elimina
    44. Attimi, lo avresti sposato un tedesco?

      Elimina
    45. Io ripenso a Paolo Villaggio che, con una ironia sfociante nel sarcasmo più grottesco, nei suoi film ha esaltato all’ennesima potenza le miserie interiori dell’essere umano. Nel film “Dr jekill e signora” la storia finisce che l’azienda (di consueti emeriti cattivoni) al posto di bloccare l’intento, da parte di un buonissimo Hyde, di immettere nell’atmosfera una pozione che trasforma tutti in buoni….. i cattivoni si mettono una maschera antigas protettiva ed avendo percepito che così la massa si sarebbe completamente trasformata in un branco di bonaccioni ubbidienti, decidono di permettere l’attuazione del suo piano. E la cosa infatti torna a totale vantaggio dei cattivi. Essere buoni di indole è una cosa, essere buoni e coglioni un’altra. E prima di dover essere costretti a passare alla violenza per difendersi, bisognerebbe tentare almeno la carta del NO con l’unione e fermezza. Ed invece…in du culo a prescindere.

      Elimina
    46. non mi piacciono i tedeschi.
      gli uomini più belli, secondo me, sono gli spagnoli.
      a seguire, gli italiani..
      :-))

      Elimina
    47. Sì, Attimi è generosa. Ha approfondito con precisione chirurgica, rigore e stile, una tematica che era stata presa alla leggera da Freddy Fosca nell'altro sito, in cui il proprietario si è solo limitato (entro i suoi limiti, appunto) ad insultare e minacciare in maniera animalesca, l'utente citato. Il dialogo è alla base del vivere civile fra persone intelligenti e coscienti delle proprie peculiarità. Ancora una volta ho appurato quanta distanza intercorre tra una blogger e l'altro blogger. Tra Attimi e R. c'è una differenza abissale. La strada di Attimiespazi, mi piace molto.

      Elimina
    48. C'è chi è più propensa al dialogo, sempre e comunque... e chi è più propenso a giudicare e a etichettare, sempre e comunque. Mi pare che ora R. scriva un po per dimenticare, come fa chi beve per dimenticare. Il post che ha rivolto a Freddy è stato appunto.... rivoltante.

      Elimina
  16. Ai vaccinati rode il culo, perché anche se dicono che si sono sierati per altruismo, in realtà quello che li frega, e li fregerà sempre è la paura! https://youtu.be/lD5ter_T6E8

    RispondiElimina
  17. Aho iscrivetevi al canale di questo, perché è un genio!
    https://youtu.be/-qJGF5nOiIM

    RispondiElimina
    Risposte
    1. AHAHAHAHAHAH, capolavoro sto video!

      Elimina
  18. La ricerca di un etica, la memoria, la discrezione, il senso della misura, i valori morali, ma anche strategie. Levi sembra forgiare questi strumenti per sopravvivere all’esperienza devastante del Lager e per continuare a vivere. Straordinario documento. Grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. di nulla, Gianluca.
      rimani sintonizzato. a seguito di questo,
      avevo pubblicato anche un altro documento.
      non so se lo hai già visionato.
      lo riproporrò quanto prima..

      Elimina
  19. Poi dice che uno che schifa tutti, è un qualunquista. “Per ogni problema complesso c'è una soluzione semplice che è sbagliata.” George Bernard Shaw e guardate un po' che capolavoro ti fanno i genialoodi col nobel?
    https://youtu.be/r-15G5IR0N4 😂😂😂

    RispondiElimina
    Risposte
    1. AHAHAHAHAHAH, capolavoro sto video!

      Elimina