Per questo motivo non ho mai coltivato l'odio come desiderio primitivo di rivalsa, di sofferenza inflitta al mio nemico vero o presunto, di vendetta privata.
Devo aggiungere che, per quanto posso vedere, l'odio è un sentimento personale: è rivolto contro una persona, un nome o un viso.
I nostri persecutori nazisti non avevano viso, né nome: erano lontani, invisibili, inaccessibili; prudentemente, il sistema nazista faceva sì che i contatti diretti fra gli schiavi e i signori fossero ridotti al minimo.
Dopo la guerra, inoltre, il nazismo e il fascismo sembravano giustamente e meritatamente tornati nel nulla, svaniti come un sogno mostruoso, così come spariscono i fantasmi al canto del gallo. Come avrei potuto coltivare rancore o volere vendetta contro una schiera di fantasmi?
Non molti anni dopo, l'Europa e l'Italia si sono accorte che questa era un'ingenua illusione: il fascismo era ben lontano dall'essere morto, era soltanto nascosto, stava facendo la muta per ricomparire in una veste nuova, un po' meno riconoscibile e un po' più rispettabile, più adatta al nuovo mondo che era uscito dalla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, che esso stesso aveva provocata.
Devo confessare che davanti a certi visi non nuovi, a certe vecchie bugie, a certe figure in cerca di rispettabilità, a certe indulgenze e connivenze, provo la tentazione dell'odio con una certa violenza.
Ma io non sono un fascista: io credo nella ragione e nella discussione come supremi strumenti di progresso, e perciò all'odio antepongo la giustizia."
(Primo Levi)
Brava, bisogna divulgare il NON ODIO. Di questi tempi, poi, più che mai. Il delitto di Lecce, in cronaca, fa capire come un sentimento di odio possa portare alle estreme conseguenze. Chi ne parla con leggerezza, facendolo passare per un emozione necessaria, da coltivare!!!, è un odiatore sotto traccia, oppure ha problemi mentali.
RispondiEliminaciao Anonimo,
Eliminacome ha già detto qualcuno prima di me, chi vuole parlare di odio può farlo seguendo un suo filo conduttore, una sua convinzione, nessuno glielo impedisce.
io sono per la libertà di espressione.
quello che non va,
è insultare le persone che hanno un pensiero diverso dal proprio,
che esprimono un sentire, un credo, che anima la loro vita.
in un dibattito civile, con temi importanti, le diversità di opinioni o di sentimenti, andrebbero affrontati nel pieno rispetto reciproco della Persona, ascoltando le ragioni dell'altro, prendendole in considerazione, e soffermandosi sul senso delle parole che si scrivono.
quello che non va, è denigrare, disprezzare pensieri e soprattutto le Persone, solo perché entrano in contrasto con le proprie convinzioni o pseudo verità.
ma c'è chi continua a non capire queste cose, c'è chi preferisce indossare un paraocchi e non rendersi conto dei propri gesti.
sul web, tutti dovrebbero cedere il diritto di esprimere il proprio sentire su un argomento, in maniera democratica, se si crede nella pluralità del pensiero..
Ciao Attimiespazi, hai seguito il mio consiglio :-)... ora vorrei dedicarti questo video, penso che ti farà bene. un forte abbraccio...
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=miQ-mESDjBw
grazie Jury..
EliminaVabbè Attimi, sai di chi stiamo parlando... ma uno che scrive un post sul suo blog, "L'odio va coltivato e indirizzato contro le cose che meritano di essere odiate", per me è fuori di melone!
EliminaPer estirpare l’odio bisogna eliminare tutti i sentimenti ed impulsi negativi. Ma tutti lo devono fare. Sarà mai possibile?
RispondiEliminaio penso - ma forse mi sbaglio - che la radice dei sentimenti negativi,
Eliminasia l'egoismo..
Un poco di egoismo ci evita di essere fagocitati da vampiri psicologici e fisici, un eccesso di egoismo trascina tutte le emozioni negative. Un poco di invidia può essere da stimolo per migliorarsi e migliorare il proprio benessere, un eccesso di invidia ci fa detestare inutilmente l’altro fino ad arrivare a scelte scellerate. La vita è un gioco da equilibristi sul filo tra ragione/cuore ed impulsi primitivi.
EliminaUn argomento molto attuale, la cronaca ci riempie di fatti tragici scaturiti
RispondiEliminadall'odio. La citazione di Primo Levi va oltre l'odio da noi conosciuto
Chi se non gli Ebrei avrebbe potuto odiare i loro carnefici, dalle testimonianze
che ho avuto sin dagli anni novanta non ho mai sentito da parte di ebrei odiare
chi li aveva sterminati. Da tanti ho sentito facciamo in modo che non succeda mai più una tragedia di questa portata. L'unica cosa che mi sento di dire è
non coltivare l'odio ma donare amore sempre
sono stata ad Auschwitz nel 2015.
EliminaAuschwitz è un dolore infinito per la coscienza del mondo.
quando vedi con i tuoi occhi ciò che è stato, ti rendi conto che
così come solo gli uomini hanno potuto provocare una tragedia simile,
solo gli uomini possono renderla evitabile.
grazie della tua partecipazione, Martina..
Dopo una tale devastazione, avere la lucidità di un’analisi così profonda induce il massimo dell’ammirazione e del rispetto.
RispondiEliminaL’odio è una brace mai spenta, periodicamente qualcuno soffia e si rinvigorisce.
L’antidoto è la vigilanza, il coraggio della presa di posizione, del rischio.
L’esempio, rivolto alle generazioni future, di vivere secondo principi di amore, solidarietà e giustizia.
Bellissimo commento. Signor Botturi avrei da chiederle un parere, se avrà la cortesia di rispondermi. Cosa risponderebbe a chi, sul proprio blog ha scritto (cito testualmente): "Chi non sa odiare è un castrato, non ha sangue nelle vene, e non è neanche un poeta.". Grazie in anticipo, e complimenti.
Eliminasì, Massimo, l'esempio è fondamentale.
Eliminale tue parole dissetano il mio desiderio
di conferme. te ne sono infinitamente grata..
buongiorno a tutti, vorrei rispondere sinteticamente alla citazione in appendice al precedente commento. Credo si debba, e si possa, vivere in armonia; senza negare i problemi,ma affrontandoli con serenità e lungimiranza. E comunque Farinelli cantava come un angelo
EliminaL’odio in ogni istante è pronto a nuovi compiti. Lo dicono cieco. Cieco? Ha vista acuta del cecchino e guarda risoluto al futuro.
RispondiEliminaWislawa Szymborska
Bellissimo post, non conoscevo queste parole di Levi. Oggi vanno divulgate più che mai. Grazie, per la tua presenza sul web, così sensibile e partecipata.
ciao Mario.
Eliminaed io non conoscevo la frase della poetessa,
che hai riportato a tema..
Massimo rispetto per Primo Levi che ho letto e ascoltato con passione.
RispondiEliminaTroppo intelligente per accettare la maleodorante narrativa sulla seconda guerra mondiale.
Aveva capito oltre la "storia" e fu lanciato nel vuoto per non diventare un megafono scomodo.
E' tutto lì, in quell'ultima parola: giustizia.
Simon Wiesenthal non è giustizia, è ignoranza e involuzione antropologica.
Quanto spreco umano.
Ciao Attimi grazie.
Davide,
Eliminaquanto fulgore e acutezza nel tuo commento.
un bacione..
Il post non lo commento perchè è un punto di vista personale espresso da una persona che rispetto come uomo ma non come pensatore.
RispondiEliminaL'odio "sociale" non è solo identificabile con fascismo e nazismo, il concetto deve essere allargato. A fine millennio Amnesty International ha pubblicato una relazione sui disastri delle dittature nel '900. Bene le dittature nere hanno provocato circa 85.000.000 di morti, le dittature rosse hanno provocato circa 125.000.000 di morti, cifra per difetto perchè nessuno è in grado di quantificare, nemmeno approssimativamente, quanti milioni di morti abbia provocato la rivoluzione Cinese. Se fossimo persone intelligenti, per logica applicata, dovremmo temere più il comunismo che il fascismo. Noi Italiani veniamo da circa 25anni di antiBerlusconismo, una direttrice ideologica che ha diviso in due il Paese e fomentato un odio che non esiterei a definire viscerale. Primo Levi era ebreo, gli ebrei l'odio lo conoscono, lo hanno subito per secoli e lo provano nei confronti degli arabi, il problema, illustre L. è che ognuno tira lo'acqua al proprio mulino, in ogni caso, l'odio è una condizione mentale che alberga in ogni essere umano, per fortuna di tutti poche volte diventa condizionante.
mi piace chi rispetta i punti di vista personali degli altri, è quella che io considero
Eliminaintelligenza emotiva,
dote che apprezzo molto.
io penso che la ragione ci differenzi dagli animali, quindi mi auguro sempre che un essere pensante, ai giorni nostri, sia in grado di gestire un sentimento negativo e violento come l'odio. a chi e a cosa serve odiare?..
Ammazza non te li meriti i post di Ricky. Fa il signore ma è un cane rognoso. Poraccio è andato sul cazzo a tutti. Secondo me è andato sul cazzo pure alla madre. C'è un limite pure per una madre. Mi dispiace che ci sentiamo di meno. Sai che ti adoro. E io quando amo qualcuno è per sempre! (Direbbe Nanni Moretti) ciao
RispondiEliminalo so.
Eliminase vuoi, te lo scrivo qui, e ti faccio sapere cosa gli ho risposto.. :-)
Ma io sinceramente non lo so. Ha preso troppo una brutta piega Ricky. Capisco che è un fallito insicuro, peró con chi ti vuole bene datti una regolata!
RispondiEliminaQuel poco di carattere che aveva, se l'è ciucciato Ethel. È triste un uomo senza carattere. Anche una donna si capisce. Sick Boy docet.
RispondiEliminadecide lui cosa ritiene meglio
Eliminaper se stesso.
e se alcune cose non riesce o non vuole
capirle, che possiamo fare noi più di tanto?
che se la possa essere presa per suo padre, come ha scritto, ci può anche stare, ma poteva esprimere il suo disagio in maniera più matura, conoscendoti da lungo tempo, oltretutto..
Sarà...ma nella mia famiglia, gli abbiamo menato a nostro padre, sia io che mio fratello. E ancora ci pentiamo di avergliene date troppo poco!
RispondiEliminaE io l'ho spinto e si è rotto pure un piede Ahahaha! https://youtu.be/wZHBmbqN1K8
RispondiEliminaMe ricordo su Morte a Credito quando Ferdinand ammazza quasi di botte suo padre.
RispondiEliminaBel post. Bei commenti. Tema importante, da trattare con attenzione e approfondimenti, poiché la cultura dell'odio è strisciante in fasce di popolazioni culturalmente arretrate, e presente in estremismi religiosi. I danni li tocchiamo con mano ogni giorno, purtroppo. Grazie.
RispondiEliminasì, è così Gianluca, gli stati d'animo o i sentimenti negativi, con condotte personali che hanno il solo scopo di ledere l'altrui dignità è arretratezza, ignoranza.
Eliminaai giorni nostri è anche più facile e veloce divulgare la cultura dell'odio; succede che in rete si esibisca la rabbia, l'intolleranza, l'avversione accompagnata da pregiudizi, accendendo micce inimmaginabili..
AhahahahahahahahahahaahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahAhahahahahahahahahahaahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah ha scomodato Primo Levi per fare comprendere l'abisso col mentequattro (non mentecatto no, il vate è capace di intendere e volere, sempre a caccia di quattrini sta) e poi va a fargli la correttrice di bozze per le crepes. I bozzi in testa avete in comune. Da piccoli Ve li siete fatti. Che coppietta ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahaahahahahahahahahahaahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahAhahahahahahahahahahaahahahahahaahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah
RispondiEliminaun amico sa il vero motivo per cui gli ho spedito quel commento, ma a te non te lo svelo, sei troppo impegnato ad avere il cuor contento, e non voglio di certo interromperti..
Elimina“non pubblicare questo commento, non mi interessa che sia visibile” ...ma era ovvio che quel commento lo pubblicava, era il tuo atto di sottomissione e doveva pur mostrarlo con orgoglio. Però già si sapeva che sarebbe accaduto, ti conosciamo patatina.
EliminaCome si sapeva che avresti liberato in qualche modo Barabba, e cioè dandogli accoglienza.
Eliminacome già detto,
Eliminasolo quel mio amico è al corrente delle mie reali intenzioni.
comunque, ti trovo in un certo qual modo divertente, con quell'aura gossippara in salsa biblica che emani,
Anonimosenzanomeesenzapatria..
:-)
Io son l’anonimo in salsa biblica che però non coincide con l’anonimo ridanciano. Nessuno è senza Patria, internet è patria di chiunque. Ci si sposta da atollo in atollo, la canoa sventola bandiera del pensiero e non del volto o del nome. Siam come corsari attraversanti isole di proprietà. In effetti tra poesie e follie poi son le vicende comuni che coinvolgono, litigi, bisticci, riappacificazioni, cose dette e non dette, segreti intenti, passioni mancate, desideri insoluti. Una soap-opera tra strofe e strali. Si attendono ulteriori sviluppi, spero non l’apocalisse.
EliminaChissà cosa avrebbe pensato Levi di fronte al Fascismo Sanitario. Gli Ebrei allora furono marchiati con la stella a sei punte. Ed ora che vorranno fare? Marchiare con la “I” di infetto coloro che non si piegano al vaccino?
RispondiEliminaSarei io barabba?
RispondiEliminaMeglio ladro e bandito, che profeta fallito.
RispondiEliminaHanno fatto bene a graziare Barabba invece di Gesù!
RispondiEliminaRiguardo la discussione Barabba, per chiarire o far sorgere dei dubbi:
RispondiElimina"L'usanza da parte dell’autorità romana di liberare un prigioniero per la Pasqua ebraica non è riportata da altre fonti storiche.[22][23] La procedura adottata da Pilato sembra comunque inverosimile: è poco credibile che un procuratore romano possa avere delegato alla plebe ebraica la decisione sulla liberazione di un prigioniero affidato alla sua giurisdizione. Diversi autori mettono in dubbio la storicità dell’episodio. Mauro Pesce ritiene leggendario l'episodio, che risponderebbe alla volontà degli evangelisti di accentuare la responsabilità degli Ebrei per la morte di Gesù e alleggerire quella dei Romani.[24] Altri autori invece ritengono che l'episodio non sia completamente inventato, ma che la storia non si sarebbe svolta esattamente come la descrivono i vangeli.[23] Basandosi sul ritrovamento di papiri e iscrizioni attestanti il rilascio di prigionieri nel mondo pagano antico, alcuni ritengono che si sarebbe trattato di un singolo atto di clemenza piuttosto che di un atto associato ad un'usanza consuetudinaria. Paul Winter ritiene che la liberazione di Barabba non sia un fatto inventato ma che la storia dell'amnistia pasquale narrata dai vangeli sia inattendibile, per cui rimarrebbe oscuro il vero motivo per cui Barabba sarebbe stato liberato.[25] Secondo Rudolf Bultmann, la liberazione di Barabba sarebbe avvenuta in un altro momento e in un altro contesto e sarebbe stata successivamente accomunata alla vicenda di Gesù dalla tradizione popolare e lo studioso afferma che "l'episodio di Barabba è ovviamente una espansione leggendaria. Non c'è alcuna evidenza nella legge ebraica o Romana dell'usanza della quale riferisce Marco [la liberazione di un prigioniero a Pasqua]".[26][27]
Molti studiosi non ritengono, comunque, storica la figura di Barabba e, in merito a tale amnistia per la Pasqua, va rilevato come non sia mai stata storicamente documentata per nessun governatore romano di alcuna provincia. Gli stessi evangelisti sono in disaccordo sulla provenienza di tale amnistia e Raymond Brown[28] evidenzia che "i vangeli differiscono in merito alle origini della usanza del perdono, questo riguardava il governatore Romano secondo Marco/Matteo e gli Ebrei secondo Giovanni"; lo stesso esegeta ne rileva l'inverosimiglianza storica e l'assoluta mancanza di fonti: oltre alla mancanza di citazioni in Filone, anche "Flavio Giuseppe dà una lunga lista di concessioni romane sia imperiali che locali ai Giudei, iniziando con quelle di Giulio Cesare, ma nessuna di queste concessioni menziona il rilascio di un prigioniero a una festa [e] la letteratura talmudica dà quasi una descrizione ora per ora della Pasqua e non menziona mai questa usanza", quindi "l'esistenza di varie amnistie e perdoni nelle diverse culture potrebbe aver reso l'idea di una regolare usanza di rilascio festiva plausibile per i narratori e chi ascoltava, che non avevano un'esatta conoscenza della Giudea dell'anno 30".
Anche altri studiosi - il "Nuovo Grande Commentario Biblico"[Nota 1], l'interconfessionale Bibbia TOB[Nota 2], il teologo Rudolf Bultmann[Nota 3] - evidenziano la non storicità dell'episodio e il teologo John Dominic Crossan[29], tra i cofondatori del Jesus Seminar, rileva come questo "non sia assolutamente un racconto storico, e che sia più plausibilmente un'invenzione di Marco" e "il suo ritratto di un Ponzio Pilato mitemente acquiescente dinanzi alla folla urlante è esattamente l'opposto dell'immagine che ci siamo fatti di lui attraverso la descrizione di Giuseppe Flavio: la specialità di Pilato era il controllo brutale della folla. [Inoltre] qualcosa come la consuetudine di concedere in occasione della Pasqua un'amnistia generalizzata - liberazione di qualsiasi prigioniero venisse richiesta per acclamazione dalla folla - è contraria ad ogni saggezza amministrativa"[Nota 4].
EliminaSottolinea ancora Raymond Brown[30] - essendo "questo versetto ("Ma egli doveva rilasciare loro qualcuno in occasione della festa", Lc23,17) omesso dai manoscritti più autorevoli"[31] del Vangelo di Luca - come "già all'inizio del terzo secolo Origene tradì sorpresa in merito a questa usanza. L'omissione di Luca di tale usanza, benché egli conoscesse Marco, si può pensare rappresentare scetticismo", mentre invece "in At25,16 Luca tradisce conoscenza dell'usanza opposta da parte Romana: il prefetto Festo asserisce che non è abitudine Romana rilasciare un prigioniero prima di una corretta procedura giuridica".
L'inserimento dell'episodio di Barabba - personaggio per il quale non vi è quindi alcuna prova storica al di fuori dei vangeli - da parte degli evangelisti è di natura teologica, anche considerando che lo stesso nome "Barabba" (bar 'abbā') significa in aramaico, lingua parlata nella Palestina del I secolo, "figlio del padre" e, in alcuni manoscritti del Vangelo secondo Matteo, viene chiamato «Gesù Barabba», quasi a voler sottolineare la colpa dei Giudei, spesso rimarcata dagli evangelisti, nella scelta sbagliata del "Gesù figlio del padre"[Nota 5]. Il teologo Raymond Brown[28] ritiene che, presupponendone una qualche storicità, "il substrato storico dell'episodio di Barabba può essere stato relativamente semplice. Un uomo di nome Barabba fu arrestato dopo una sommossa che aveva causato alcuni morti in Gerusalemme. Alla fine egli fu rilasciato da Pilato quando una festa portò il governatore a Gerusalemme per supervisionare l'ordine pubblico. Presumibilmente questo accadde nello stesso periodo in cui Gesù fu crocifisso, oppure non lontano da esso, oppure in un'altra Pasqua. In qualunque caso, questo rilascio colpì i cristiani, vista l'ironia che si trattava dello stesso problema legale, sedizione contro l'autorità dell'Impero. [...] La tendenza dei narratori di contrapporre il rilascio di Barabba e la crocifissione di Gesù mettendoli insieme allo stesso momento di fronte alla giustizia di Pilato sarebbe stata accresciuta se entrambi avessero avuto lo stesso nome personale, Gesù"; "il reale peso della narrazione di Barabba è su un altro livello, cioè la verità che gli Evangelisti volevano trasmettere riguardo alla morte di Gesù. Per loro la condanna dell'innocente Gesù aveva un lato negativo, la scelta del male. La storia di Barabba, se pur con una base fattuale, fu drammatizzata per trasmettere questa verità" e anche gli esegeti del "Nuovo Grande Commentario Biblico"[32] osservano che "c'è quindi un contrasto tra Gesù Barabba e Gesù Cristo [...] È chiara l'ironia della scena. Di più: gridano perché venga rilasciato uno chiamato Barabba, «figlio del padre» e respingono colui che è veramente figlio del Padre"[Nota 6].
da Wikipedia.
Ciao Diotima, grazie dell'importante citazione! :)
ciao Paolo..
EliminaBarabba, se è veramente esistito, sarà stato liberato perché è risultato innocente. Molti barabba che a prima vista sembrano condannabili, alla fine sono molto meglio di chi recita una parte nascondendosi dietro una maschera. A buon intenditor... Scusami Attimi se sono andato fuori tema, comunque ti ammiro per la tua capacità introspettiva, e la tua apertura anche a voci diverse. Sei davvero simpatica! :)
RispondiEliminaIn effetti i racconti biblici si snodano tra verità storiche e miti. Ed i suoi racconti, veri o falsi, possono essere utilizzati come esempio per le vicende che si ripropongono ogni volta come dei copia/incolla. Così di volta in volta vi sarà un Ponzio Pilato che se ne lava le mani, un Abele o Gesù che rappresenta il buono che verrà ucciso ed un Caino o Barabba che verrà graziato. Sempre la medesima storia nei secoli dei secoli. C’è qualcuno che da’ un cattivo esempio, qualcuno con Autorità che non prende provvedimenti e delle vittime, vittime il cui posto verrà poi magari occupato proprio dai carnefici col benestare delle Autorità. Quell’ingiustizia che percepiva Levi a vedere carnefici o loro protettori, rivestiti a nuovo, occupare posti di rilievo ed ottenere rispettabilità di fronte all’opinione Pubblica. E per ritornare alla Bibbia ...questi “ripuliti fuori” sono paragonabili ai famosi bianchi sepolcri che però custodiscono putrefazione. Millennio dopo millennio il cattivo uccide il buono, nel senso che i cattivi sentimenti prevalgono sui buoni sentimenti. Un nazismo, fascismo, razzismo ..contro la gioia, la felicità, l’affetto, l’amore, l’empatia. A livello filosofico si accettano i cattivi sentimenti in quanto ovvia antitesi dei buoni sentimenti. A livello di logica posso prenderne atto, esserne consapevole dell’esistenza del male ....ma a livello di cuore non riesco ad accettarlo. Anche a livello di istinto di sopravvivenza primordiale non posso accettarlo, non voglio accettarlo. Quante volte ho sentito con leggerezza dire “eeeeh ma che noia sarebbe il mulino bianco, tutti bravini, tutti pulitini, troppo stucchevole, troppo noioso”. Ecco, penso che un pensiero orientato così è il primo lasciapassare dell’odio contro l’amore, ed una ulteriore coltellata nella schiena a gente come Levi ed ai tanti altri che hanno subito il male.
RispondiEliminaIl tuo commento deve fare il giro del mondo, e poter essere letto collegati ad una fantomatica macchina della verità, e allora si vedrà
Eliminaannuire col capo alla frase "C'è qualcuno che dà un cattivo esempio"
e la macchina rileva lo scompenso. A me è stato detto " vivi nella
casa del mulino bianco", e io ho risposto: manca solo la ruota. Scrivere
cose senza sapere o conoscere chi hai davanti è come non scrivere nulla,
Io ci leggo una imposizione del pensiero in quelle parole rivolte a me.
Ancora complimenti al tuo pensiero
Non ho letto tutto. Èchiaro che Biglino docet. Facciamo finta. Tanto a me le religioni mi stanno pure sul cazzo. Nessuna esclusa!
RispondiEliminaPoro Primo Levi, citato inopinatamente versus un coglione. Ora grazie a quella cima di Paolo rose & porchetta precipitati nella religione. Al peggio non c'è mai fine. Una pensierino da bimbo, personale, corto corto e lucidamente espresso farebbe fare miglior figura. Ma qui se non s'arrampicano da qualche parte nisba. Perché? Semplice: di base non c'è niente. Scrivere per scrivere = blaterare. Etica ? Machevvordi? Ovvero nella vita reale pesci in barile, poi online giù sproloqui e Wikipedia e citazioni.
RispondiEliminama tu sei
EliminaAnonimocuorcontentoahahahperiodico
di cui sopra, o altro anonimo?
quale contributo sfavillante hai dato al tema, per scrivere ciò che scrivi?..