26 giugno 2021

Incipit

   
   Un tempo, se ben ricordo, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori s'aprivano, in cui tutti i vini scorrevano.
   Una sera, ho preso sulle ginocchia la Bellezza - E l'ho trovata amara. - E l'ho ingiuriata.
   Mi sono armato contro la giustizia.
   Sono fuggito. O streghe, o miseria, o odio, è a voi che è stato affidato il mio tesoro.
   Riuscii a far svanire dal mio spirito ogni umana speranza. Su ogni gioia, per strozzarla, ho fatto il balzo sordo della bestia feroce.
   Ho invocato i carnefici per mordere, morendo, il calcio dei loro fucili. Ho invocato i flagelli, per soffocarmi colla sabbia, col sangue. La sventura è stata il mio dio. Mi sono disteso nel fango. Ed ho giuocato ottimi tiri alla pazzia.
   E la primavera mi ha portato il riso terrificante dell'idiota.
   Orbene, essendomi trovato di recente sul punto di fare l'ultimo crac!, ho pensato di ricercare la chiave del festino antico, in cui potrei forse riprendere appetito.
   La carità è questa chiave. Questa ispirazione prova che ho sognato !
   "Resterai iena, ecc...," ribatte il demonio che mi ha incoronato di così amabili papaveri. "Giungi alla morte con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo e tutti i tuoi peccati mortali."
   Ah! Me ne ha dette troppe: - Ma, Satana caro, te ne scongiuro, una pupilla meno irritata ! e in attesa delle piccole vigliaccherie in ritardo, per te che ami nello scrittore l'assenza di facoltà descrittive o istruttive, io strappo questi pochi e ripugnanti foglietti dal mio taccuino di dannato.

(Arthur Rimbaud -  Una Stagione all'Inferno - 1873)



13 giugno 2021

Wilde - De Profundis (Epistula: In Carcere et Vinculis)

 

"Dear Bosie ......."
È l'inizio di una lettera ad un amico; ma a chi scriveva Wilde?
Tra l'aprile e il novembre 1895 Oscar Wilde, sotto l'accusa di omosessualità - massimo tabù nell'età vittoriana - dovette affrontare vari processi che gli costarono la condanna a due anni di lavori forzati, la bancarotta e l'interdizione alla pubblicazione di tutte le sue opere.
Mentre era detenuto a Reading, tra il gennaio e il marzo 1897, allo scrittore irlandese fu concesso di scrivere una lettera: cinquantamila parole, la più lunga che sia stata mai stilata. Una confessione privata, nella quale Wilde scrisse il memoriale della sua vita in carcere e la raccapricciante cupezza vissuta a Reading. Era indirizzata al suo amico e amante Lord Alfred Douglas che causò la sua rovina.
Per questa lunga lettera, Wilde scelse un titolo in latino - Epistula: in Carcere et Vinculis - che invita suggestivamente a soffermarsi  su quanto può accadere ad un uomo in stato di totale reclusione, più che sulla possibilità di rielaborare spiritualmente l'esperienza.  Il titolo - De Profundis - con cui ci è nota, fu scelta dall'amico Robert Ross per darla parzialmente alla stampa nel 1905 ed è lo stesso utilizzato nel 1962 per la sua pubblicazione nella versione integrale, avvenuta dopo la scomparsa di tutti i protagonisti.
In questa lunga lettera traspaiono i moti più profondi dell'animo di Oscar, ed è per questo motivo che lo ritengo lo scritto assolutamente più bello e significativo della sua intera vita.

Liolucy








8 giugno 2021

Al Poeta


lasciati parlare dal vento
dalle nuvole, dal cielo;
lasciati parlare dal tempo puro
che non ha 
oggi, ieri o domani.
lascia che tutto sia poesia,
eternità dell'attimo, 
barca di carta e solco di un
silenzio sempre nuovo
che morde
il senso 




                               ©Liolucy


23 maggio 2021

Spettro


La ragione non è uno spettro, 
e allora perché ti spaventa?
La ragione si mescola al caos ordinato
di questo navigare nella solitudine del mondo
dove naufraga ogni uomo, 
fra tempo e spazio, 
fra illusioni e dolori. 
E tu, 
tu prendi sulle ginocchia la tua pazzia
per rinnegare la giustizia, 
e ti ungi del cattivo sangue e
dell'infingarda menzogna. 
Chi ti ha reso la lingua tanto perfida? 
Chi bivacca nella tua mente come un lupo
pronto ad uccidere? 
Il tuo sorriso si è asciugato al vento dell'inganno, 
e non comprendo il buio ubriaco che rifluisce
nei tuoi occhi, 
non comprendo l' oblio incarnato nella tua voce
gioia strozzata

e vorrei tacere le mie parole
che più non occorrono.. 



                                                                          ©Liolucy

19 maggio 2021

Incompiuto


La misura dei suoi giorni è nel 
paradiso delle sue tempeste
nel vortice dei suoi pensieri
tra le braccia di un presente disfatto 
da raffiche di nebbie feroci  
e da demoni ingessati dall'eternità
Mentre i sogni divorano l'istante 
nel lusso notturno 
turpi fantasmi in frac attendono 
con i loro occhi strappati 
e sorridono sornioni 
all'ombra grottesca
che ammanta il delirio perfetto
Solo la dissolvenza gli sarà 
necessaria per giungere alla 
vacuità di tutte le cose e 
alla profondità del tumulto 
dell'anima
danza d'essenza



                                                             ©Liolucy



3 maggio 2021

Siderale



                                             Siamo canne al vento
                                             tra spazio e tempo
                                             firmamento 
                                             di noi



                                                                                                       ©Liolucy