sovente, mi capita di frequentare mercatini di libri usati, dove posso trovare vecchie edizioni rilegate di romanzi senza tempo. ho sempre pensato che alcuni libri mi vengano a cercare sottovoce; a me non resta che portarli via con me, e riporli nella mia piccola libreria. li lascio lì a decantare, fintantoché un titolo non mi chiama, perché è giunto il momento e la situazione per trarne arricchimento o insegnamento. qualcosa di magico mi lega a loro, ogni titolo riaccende un destino che continua ad essere sostanza per la mia vita.
una settimana fa, ho sentito il richiamo di Herman Melville, con il suo Moby Dick, e i primi capitoli mi hanno già irrimediabilmente conquistata.
"Tutto ciò che sconvolge e tormenta di più, tutto quel che rimescola la feccia delle cose, ogni verità farcita di malizia, ogni cosa che spezza i tendini e coagula il cervello, tutti i subdoli demonismi della vita e del pensiero, ogni male insomma, per quell'insensato di Achab, era personificato in modo visibile e reso raggiungibile praticamente in Moby Dick. Sulla gobba bianca della balena ammucchiava il peso di tutta la rabbia, di tutto l'odio sentiti dalla sua razza fino da Adamo. Poi, come se avesse un mortaio in petto, le sparava addosso il cuore rovente. "