21 luglio 2022
18 luglio 2022
13 luglio 2022
dei sette vizi capitali __ SUPERBIA
... e l'invincibile SUPERBIA è dettata
dal supremo terrore
della propria fallibilità.
(Luca)
12 luglio 2022
Io Uccido
Io Uccido di Giorgio Faletti.
un romanzo che lessi nel lontano 2004, e che mi appassionò moltissimo, scritto magistralmente, con un senso del ritmo davvero pregevole, scorre come un fiume in piena e tiene incollati alle pagine; una lettura che consiglio a chiunque piaccia il genere noir.
di questo artista poliedrico ho letto anche altro, ma questa è senza ombra di dubbio la sua opera migliore. la sua opera prima.
ecco l'incipit
L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
A volte, la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire, l'unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia.
Tutto intorno è un continuo inseguirsi di facce e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto.
C'è musica dove si trova, ci sono corpi che si muovono, bocche che sorridono, parole che si scambiano e lui sta fra di loro, uno in più per la curiosità di chi vedrà sbiadire giorno per giorno anche questa fotografia.
L'uomo si appoggia a una colonna e pensa che sono tutti inutili.
D fronte a lui, dall'altra parte della sala, sedute una di fianco al'altra a un tavolo vicino alla grande vetrata che dà sul giardino, ci sono due persone, un uomo e una donna.
Nella luce soffusa, lei è sottile e dolce come la malinconia, ha i capelli neri e gli occhi sono verdi, talmente luminosi e grandi che li vede anche da lì. Lui ha occhi solo per la sua bellezza e le parla all'orecchio, per farsi sentire oltre il frastuono della musica. Si tengono per mano e lei ride alle parole del compagno, rovesciando la testa all'indietro o nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla.
Poco fa lei si è voltata, forse punta in qualche modo dalla fissità dello sguardo dell'uomo appoggiato alla colonna, cercando l'origine di un lontano disagio. I loro occhi si sono incrociati ma quelli di lei sono passati indifferenti sulla sua faccia come sul resto del mondo che la circonda.
È tornata a regalare il miracolo di quegli occhi all'uomo che è con lei e che la ricambia con lo stesso sguardo, impermeabile a ogni messaggio esterno al di fuori della sua presenza.
Sono giovani, belli, felici.
L'uomo appoggiato a una colonna pensa che presto moriranno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
A volte, la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire, l'unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia.
Tutto intorno è un continuo inseguirsi di facce e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto.
C'è musica dove si trova, ci sono corpi che si muovono, bocche che sorridono, parole che si scambiano e lui sta fra di loro, uno in più per la curiosità di chi vedrà sbiadire giorno per giorno anche questa fotografia.
L'uomo si appoggia a una colonna e pensa che sono tutti inutili.
D fronte a lui, dall'altra parte della sala, sedute una di fianco al'altra a un tavolo vicino alla grande vetrata che dà sul giardino, ci sono due persone, un uomo e una donna.
Nella luce soffusa, lei è sottile e dolce come la malinconia, ha i capelli neri e gli occhi sono verdi, talmente luminosi e grandi che li vede anche da lì. Lui ha occhi solo per la sua bellezza e le parla all'orecchio, per farsi sentire oltre il frastuono della musica. Si tengono per mano e lei ride alle parole del compagno, rovesciando la testa all'indietro o nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla.
Poco fa lei si è voltata, forse punta in qualche modo dalla fissità dello sguardo dell'uomo appoggiato alla colonna, cercando l'origine di un lontano disagio. I loro occhi si sono incrociati ma quelli di lei sono passati indifferenti sulla sua faccia come sul resto del mondo che la circonda.
È tornata a regalare il miracolo di quegli occhi all'uomo che è con lei e che la ricambia con lo stesso sguardo, impermeabile a ogni messaggio esterno al di fuori della sua presenza.
Sono giovani, belli, felici.
L'uomo appoggiato a una colonna pensa che presto moriranno.
Giorgio Faletti
5 luglio 2022
4 luglio 2022
caro amico ti scrivo..
caro amico,
ti ringrazio per essermi stato di conforto nei momenti in cui ti chiedevo vicinanza per scongiurare insieme il castigo del male e dell'odio negli uomini, in questi anni di sonnolenza e fango;
ti ringrazio per avermi fatto ridere come in un allegro gioco di carte che brillano sotto il sole;
ti ringrazio per aver amato insieme a me il mare, eterno come l'aria.
mi hai comunicato della tua decisione di lasciare l'Italia, e questa notizia mi ha messo
un po' di malinconia, e sento già l'odore della tua assenza, ombra allo specchio.
conserverò - come si conserva una margherita tra le pagine di un libro caro - l'ultimo pensiero che mi hai voluto dedicare nella tua lettera
"Abbi cura di te e solo di chi ti ama"
sì, dolce amico, ti prometto che lo farò, ed ogni volta che accadrà penserò a te, immaginandoti in cammino per le strade di un nuovo rione, con la brezza lieve sulla fronte e una nuova alba che ti libererà da quel dolore costante,
il disperso amore che ha disanimato il mondo.
ciao
Lucy
1 luglio 2022
23 giugno 2022
Pochi Centesimi
Le mie parole
valgono pochi centesimi
sono cadaveri che franano
sul mio cuore
Una stella d'argento
seppellirà
vecchi amori bugiardi
e demoni di ogni specie
E laggiù
al di là della notte
cadrà il mio sonno
deserto
Le mie parole
valgono pochi centesimi
e si consumano
mordendo il cielo
Il chiaro di luna
cancellerà
la crudeltà del mondo
nido di fiamme
E nel silenzio del vento
naufragheranno
le mie parole
dedicate a te
Valgono pochi
centesimi
©Liolucy
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