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20 febbraio 2025

Il Gattopardo




[...] L'amore. Certo, l'amore. Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta. Lo sapeva lui cos'era l'amore...e Tancredi poi, davanti al quale le donne sarebbero cadute come pere cotte...
   Ad un tratto ebbe freddo. L'acqua che aveva addosso evaporava, e la pelle delle braccia era gelida. Le punte delle dita si raggrinzivano. E che quantità di penose conversazioni in vista. Bisognava evitare... "Adesso debbo andare a vestirmi, Padre. Dite a Concetta, vi prego, che non sono affatto seccato ma che di tutto questo riparleremo quando saremo sicuri che non si tratta soltanto di fantasie di una ragazza romantica. A presto, Padre."
   Si alzò e passò nella stanza della toeletta. Dalla Madre Chiesa vicina giungevano tertr i rintocchi di un "mortorio": Qualcuno era morto a Donnafugata, qualche corpo affaticato che non aveva resistito al grande lutto dell'estate siciliana, cui era mancata la forza di aspettare la pioggia. "Beato lui" pensò il Principe mentre si passava la lozione sulle basette. "Beato lui, se ne strafotte ora di figlie, doti e carriere politiche." Questa effimera identificazione con un defunto ignoto fu sufficiente a calmarlo. "Finchè c'è morte c'è speranza" pensò; poi si trovo ridicolo per essersi posto in un tale stato di depressione perché una sua filgia voleva sposarsi. "Ce sont leurs affaires, après tout"." pensò in francese come faceva quando le sue cogitazioni si sforzavano di essere sbarazzine.
Sedette su una poltrona e si appisolò.
[...]

(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)