"Dear Bosie ......."
È l'inizio di una lettera ad un amico; ma a chi scriveva Wilde?
Tra l'aprile e il novembre 1895 Oscar Wilde, sotto l'accusa di omosessualità - massimo tabù nell'età vittoriana - dovette affrontare vari processi che gli costarono la condanna a due anni di lavori forzati, la bancarotta e l'interdizione alla pubblicazione di tutte le sue opere.
Mentre era detenuto a Reading, tra il gennaio e il marzo 1897, allo scrittore irlandese fu concesso di scrivere una lettera: cinquantamila parole, la più lunga che sia stata mai stilata. Una confessione privata, nella quale Wilde scrisse il memoriale della sua vita in carcere e la raccapricciante cupezza vissuta a Reading. Era indirizzata al suo amico e amante Lord Alfred Douglas che causò la sua rovina.
Per questa lunga lettera, Wilde scelse un titolo in latino - Epistula: in Carcere et Vinculis - che invita suggestivamente a soffermarsi su quanto può accadere ad un uomo in stato di totale reclusione, più che sulla possibilità di rielaborare spiritualmente l'esperienza. Il titolo - De Profundis - con cui ci è nota, fu scelta dall'amico Robert Ross per darla parzialmente alla stampa nel 1905 ed è lo stesso utilizzato nel 1962 per la sua pubblicazione nella versione integrale, avvenuta dopo la scomparsa di tutti i protagonisti.
In questa lunga lettera traspaiono i moti più profondi dell'animo di Oscar, ed è per questo motivo che lo ritengo lo scritto assolutamente più bello e significativo della sua intera vita.
Liolucy