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mi accingo a scrivere di Massimo Botturi e temo di essere
inadeguata per il ruolo, di non riuscire ad esprimere pienamente con termini appropriati la visione cardiaca che ho di questo Poeta con la P maiuscola. penso che sia difficile presentare i Poeti e che sia sempre un azzardo tradurre in immagini e musica le loro parole perché ho come il timore di rompere un incantesimo, perché queste presenze silenziose e dimenticate sono uniche, preziose e delicatissime come sottili veli di cristallo,
ma mi
lancerò nell’impresa poiché sento una spinta nel cuore che non posso ignorare.
mi piace
scrivere a modo mio degli artisti che amo, mi piace divulgarne la conoscenza, e il bisogno di tatuare il movimento
dei miei pensieri e delle mie sensazioni in questa piccola stanza si è fatto necessario e forte.
questo attimo, questo spazio dedicato a Max (come amo chiamarlo affettuosamente) non vorrebbe essere altro che un abbraccio sincero ad un autore ricco di sentimenti, di profonda sensibilità e di vibrante bellezza interiore che con le sue opere accarezza lo specchio della vita e percorre i chilometri dell'anima per raggiungere vie suggestive, per dirci che è nella semplicità delle cose che si nasconde la varietà dell'esistenza fatta di leggerezza e gravità, di piccole gioie e sacrifici, di forza e fragilità, di invulnerabilità e dolore, e soprattutto di gesti che ne significano la sua essenza.
un Poeta genuino e immaginifico, che lambisce l'anima del lettore con quelle sue Poesie fotografie color seppia che fissano lo sguardo su sentimenti vivi e materiali. Massimo Botturi, testimone di se stesso e delle sue intuizioni stilistiche, esprime con trasporto una poetica realista che cattura un’emozione indefinita sospesa nel tempo e nello spazio, e leggerlo è come aprire tante finestre affacciate su quei suoi paesaggi interiori colmi di umanità mentre i suoi versi precisi ed appassionati si rincorrono e fulminano il cuore;
le sue parole si inseguono fra loro, si legano, si disperdono e si riappropriano di se stesse per trasformarsi in figure eloquenti e modulate sulle frequenze del suo vissuto.
leggere il sublime Botturi è leggere tutti gli orizzonti del mondo,
è respiro pieno, è ossigeno decantato che
proviene dalle isole della sua esistenza, animato dal getto continuo di immagini intense
ed energiche; immagini come cartoline che profumano di terra, che scuotono i sensi, che celebrano donne,
fiori, umori, paesaggi, e che rinnovano un tempo perduto e mai dimenticato. sì, per me è così.
e, per quanto mi riguarda,
leggere Massimo Botturi è come rifugiarmi
sotto una volta di tegole d'argento
mentre fuori piove.
Grazie di tutto Max..
©Liolucy
CARTOLINE
Capaci di farmi esultare, quelle bestie
le bestie pigre e angeliche in cortile.
L'armonia
del ruminare, fottere e mordere
morire.
La polvere del solo deserto a me concesso:
campagna del bresciano
dove il moscone stride, la rondine tra fili magnetici
le vespe, sul glicine e sul fico
col latte suo più acerbo.
Capaci sì di farmi esultare:
quelle gambe
le gambe nude della cugina sopra il fieno
il sempreverde sotto il cotone
abbozzo il seno. Torace come prugna novella
da succhiare.
Capace a fare folli le sere: il gran silenzio
dell'erba morta ai fossi asciugati
i grilli sciocchi
che non han più coscienze da tormentare, infine.
Capace d'esaltarmi le vene: il vino rosso,
rubato alla vigilia del sonno per far sogni
oscuri e meno oscuri
o forse farne niente.
Cadere come un sasso d'inerzia, fino al giorno
che tira le sue tende tra gli olmi
e ho cinquant'anni
e l'eco della cagna che abbaia a qualche d'uno.
Forse il postino a cui dire grazie,
per notizie, e cartoline da un altro mondo
quello ieri.
[©Massimo Botturi - 12 dicembre 2013]
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