Si oscura la vista.
La mia forza sono due occulti dardi adamantini;
si confonde l'udito per il tuono lontano
della casa paterna che respira.
Dei duri muscoli i gangli si infiacchiscono,
come bovi canuti all'aratura;
e non più, quando è notte,
alle mie spalle splendono due ali.
Nella festa, candela, mi sono consumato.
All'alba raccogliete la mia disciolta cera;
e lì, leggete chi piangere,
di cosa andar superbi
come, donando l'ultima porzione di letizia,
morire in levità
e al riparo d'un tetto di fortuna,
accendersi postumi, come una parola.
- Arsenij Tarkovskij -
Strepitosa!
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RispondiEliminaUna bellezza poetica fra le più alte. Grazie per averla condivisa.
RispondiElimina"Moriamo. Forse è questo il significato della vita. Ma produciamo il linguaggio. E forse è questa la misura delle nostre vite." (Toni Morrison)
RispondiEliminaMolto bella, è bella anche la frase riportata da Mario. Ciao!
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