il giorno le si presentò arruffato e sconnesso,
come la sua stanza.
doveva prepararsi per uscire, ma fissò il suo sguardo sul passaggio delle nuvole, al di là del doppio vetro della finestra. quei vaporosi batuffoli avevano un che di scanzonato e fluido, sinuosamente concatenati con quel cielo appena tirato a lucido dal vento limpido, fresco, vagabondo e quasi clandestino.
il velluto del suo immaginario innescò l'elastico dei suoi pensieri, e prolungò una necessaria assenza dalla realtà che le avrebbe consentito il movimento languido dei suoi paesaggi interiori e le impennate delle improvvisazioni verbali che seguivano il filo dolce di un tempo non tempo dimensionato nel suo esistere.
prese una penna per fissare sulla carta le parole che quelle nuvole sembravano gettare nei suoi occhi e nella sua mente come invisibili coriandoli e trasparenti stelle filanti.
aveva la pura sensazione di sentirle e di vederle muoversi: strillavano, facevano confusione, si strattonavano, si indispettivano, si sospingevano a vicenda; strette strette le une alle altre, entravano alla rinfusa nei suoi attimi e nei suoi spazi, ché tanto lei una sistemazione per tutte l'avrebbe trovata grazie all'amore smisurato che nutriva per loro. presto! presto! doveva scrivere in fretta per non farsele sfuggire, quelle birichine. doveva catturarle e intrappolarle tutte quante su quel foglio bianco che attendeva di essere schizzato d'inchiostro. ah! trovava tutto ciò molto eccitante e sottilmente erotico.
guardò di sbieco l'orologio appeso alla parete, alzando un sopracciglio con tono di disapprovazione per quello strano aggeggio ticchettante di cui non ne aveva mai capito fino in fondo l'invenzione, e del quale preferiva evitarne l'uso. comprese di essere in ritardo per l'appuntamento. non importava.
a lei importava imprimere l'istante nell'immediatezza del suo manifestarsi, esattamente così come lo stava vivendo, mentre le nuvole sembravano assistere all'avvenimento con un sorriso complice.
suonarono alla porta. era ora di andare,
e lei non era ancora pronta..
©Liolucy
Una storia d'amore a lieto fine, nonostante l'orologio tiranno.
RispondiEliminauna storia senza fine..
EliminaUn'originalità espressiva di un anima molto speciale. Mi hai tenuto incollato al testo dal titolo fino ai due puntini finali.
RispondiElimina:-)
EliminaEvento che si scardina dal razionale, come accade a tutti gli artisti. Hai descritto il momento con la tua solita grazia e personalità uniche e inimitabili. Sei uno schianto! Posso scriverlo? :-)
RispondiElimina"evento che si scardina dal razionale". proprio così, Jury..
EliminaL'ispirazione non accetta compromessi e il tempo ...è una invenzione.. Bravissima, Lucy, a descrivere quegli istanti unici, irripetibili, per questo preziosi... Un abbraccio! Luigi
RispondiEliminaricambio l'abbraccio con affetto, carissimo Luigi..
Eliminal'ispirazione è fonte di eccitazione e concitazione, sono assolutamente d'accordo con te. E' un attimo da cogliere pena il rammarico e l'amaro di saperlo perduto.
RispondiEliminaè una chiamata, una visione e,
Eliminasì, è vero Massimo, quando sfugge quell'attimo
è perduto per sempre..
Parole e nuvole ti donano...
RispondiEliminane farò un abito elegante..
Eliminacomplimenti,
RispondiEliminasei una delle pochissime persone che riesce a parlare d'amore senza colare melassa
grazie TADS,
Eliminaconsidero il tuo commento un gran complimento..