19 settembre 2017

Senzatitolo










Il nostro tempo
resterà
e scriveremo
quasi per caso
per abitare le parole
nuvole
prede del vento.


                                             ©Liolucy


15 settembre 2017

Remota













Languidamente allacciata
a questa vita imperfetta
mi ritrovo ancora qui a scrivere
senza sapere perché
mentre getto lo sguardo verso
un cielo tirato a lucido
dalla pioggia insistente
della notte che si è insinuata
negli anfratti sconfinati
del mio esistere nell'esistere
I ritmi del cuore mi conducono
ad un misterioso dove appena nato
e sono indecisa se rimanere
in pigra attesa di un quando
inesistente e ammaliante
o dispiegare le vele per inseguire
i richiami perduti di tremuli mattini
striati di malinconia.



                                                ©*Liolucy 



11 settembre 2017

Lo Strappo



Mi lacera dentro
la muta sofferenza
che circonda il soffio
della tua ombra
Anima antica
che chiama
la voce
immobile


                              ©*Liolucy 



2 settembre 2017

Untouchable













Abbracciata 
ad un filo di vento
L'abisso 
mi stordisce l'anima
Ed è fermo
il senso di direzione
Della materia
che tocca la lontananza



                              ©Liolucy 

21 agosto 2017

L'Isola













Su quell'isola sarebbe stata lontana
da tutte quelle cose
che non gli appartenevano
Avrebbe spogliato il cielo
calmo e tenace della sera
per accarezzare quel sogno albescente
che ogni notte gli cadeva in grembo
Sulla sua isola avrebbe potuto vedere
la densità del tempo che
soffia su ogni emozione del pensiero
e avrebbe viaggiato
con il respiro della terra
e con quel vento romantico
che sboccia nell'intimità dell'anima
Sulla sua isola avrebbe raccolto
un piccolo frammento di seta nello
sterminato e nobile silenzio
che si posa sull'esistenza delle cose
e
sì,
arrivata sulla sua isola
avrebbe potuto precipitare
nel suo piccolo cuore-specchio
per dissolvere
ogni atomo del suo essere
in parole dimenticate
nel sempre.


                                               
                                         ©*Liolucy 
                                                         

11 agosto 2017

di mio padre


oggi ho riordinato le carte e i documenti ingialliti che furono di mio padre.
ho ritrovato il suo congedo illimitato, la sua carta di identità e la sua patente di guida accompagnate da fotografie nette e spudoratamente vive che mi hanno ricordato l'uomo che era: schietto, orgoglioso, generoso e spiccatamente ironico, che fece dell'onestà intellettuale il suo percorso di vita. andava fiero delle sue origini montanare e raccontava spesso della sua infanzia sofferta, povera e orfana di madre, costellata di sacrifici non adatti alla sua età, ma che non gli avevano mai impedito di andare incontro alla vita e alle sue difficoltà con dignità e un sorriso carico di aspettative. così si è fatto uomo e lavoratore indefesso, e dal nulla ha saputo creare il suo fare con onestà e rigore.
è stato un genitore che a volte si mostrava burbero, un atteggiamento che in realtà celava una sensibilità che sembrava avere pudore di se stessa, ma che rivelava nei suoi piccoli gesti; sì, aveva una sensibilità e un'intelligenza sempre in avanscoperta che mi hanno resa orgogliosa di essere sua figlia. 
ho scartabellato quello che fu di mio padre con calma, ritagliandomi una stanza immaginaria dentro la quale far prendere corpo e forma a ricordi che svolazzavano nelle mie emozioni, fino a quando tutto si è fermato, tutto si è congelato alla vista di quelle cartelle cliniche scritte a mano da un inchiostro sconosciuto che decretavano la condizione di coma irreversibile del mio papà, e che sancivano il termine ultimo del suo percorso terreno.

furono giorni terribili quelli in cui assistetti impotente alla vista di quell'omone forte e granitico condannato a spegnersi lentamente, in quella stanza pre-morte, prigioniero di quei tubi e dipendente da quella macchina che lo aiutava a respirare sbuffando ripetutamente come in una cantilena stanca ed antica.
io, cosa potevo fare? superato quel primo momento di sbigottimento che mi aveva proiettata in un assurdo non-dove, gli parlavo, certa che lui mi stesse ascoltando; gli stringevo la mano per rafforzare quell'inspiegabile contatto psichico che sentivo fluire nella mente; gli facevo ascoltare in cuffia la musica che tanto amava, mentre mi cibavo di speranze assurde illudendomi stupidamente che potesse succedere ciò che non sarebbe mai accaduto.
non riuscivo ad immaginare il doloroso fatto che mio padre potesse lasciare la sua famiglia. no, non ne concepivo l'idea, era troppo presto e assurdo, e finché lui era lì, in quel freddo e silenzioso reparto di rianimazione, finché lo vedevo lì
la speranza ostinata di una sua piccola e microscopica ripresa non si sarebbe spezzata in me,
seppure i medici ogni santo giorno ripetessero con umanità l'evidenza della tragica situazione.

ora, mentre scrivo, sto piangendo e mi chiedo che significato possano avere queste lacrime,
perché il bene che il mio papà  ha regalato alla mia esistenza non mi ha mai lasciata e questa certezza mi conforta e mi rende - per certi versi - libera dal dolore,
ma sono anche triste per una mancanza fisica che scava in quel pozzo profondissimo di malinconia dal sapore di tempi finiti troppo in fretta.
raccolgo le lacrime tra le mani e poi le chiudo in un pugno per stringere a me il pensiero di un uomo che a volte mi manca davvero tanto e che vorrei ancora accanto a me per rinnovare quel rapporto unico e speciale che vive oltre ogni confine.
vorrei averlo ancora accanto a me per  continuare a parlare di tutto e di niente come facevamo negli ultimi tempi, per continuare a renderlo fiero di me con i miei gesti, per confidarci a vicenda piccoli segreti sussurrati all'improvviso, per abbracciarlo, per sorridere della gente, del mondo e della vita di cui era perdutamente innamorato, e per tante altre piccole cose che rendevano i nostri incontri uno scambio infinito di sintonie.

mio padre si soffermava spesso sul mistero della morte,
e quando assisteva alla dipartita di qualche conoscente o qualche parente, seppur profondamente dispiaciuto, guardando ed ascoltando i lamenti funebri di chi compiangeva gli scomparsi, andava confidando che trovava tutto un pochino assurdo e fuori dalla sua logica personale,
poiché sosteneva che non bisognava piangere i morti, che ciò non aveva significato,
in quanto il vero dovere di tutti era quello di onorarli da vivi.

domani ricorre l'anniversario della sua nascita.
preferisco ricordare il suo compleanno e non la data della sua morte,
perché sono convinta che finché non c'è dimenticanza
nulla e nessuno potrà mai morire..



©*Liolucy 



31 luglio 2017

A Margine

un morso pallido alla gola
 graffia gli occhi
e il nulla infinito ammanta
questa notte senza stelle



©*Liolucy 


 

21 luglio 2017

Replay










In questo istante
ho amato
la pelle solitaria
della tua anima
In questo istante
il suono silenzioso
del tuo immenso
si è incastonato
nelle mie vene
In questo istante
io non so
non ricordo
il tuo volto


                                               ©*Liolucy    


10 luglio 2017

Accade













Dei miei sogni sono rimasti
gusci di nostalgia
ombre scritte e
briciole di  destino
Dentro la stanza blu
cerco i mormorii delle stelle
per sentirne il peso sacro ma
il sussurro chiaro del vento
le ingoia improvvisamente
La notte si impiglia tra i pensieri
e sbiadisce nello spazio
insieme al mio cuore che batte
per cercare le sue radici
Mentre cammino il mondo
senza Te.



                                            ©*Liolucy