11 agosto 2017

di mio padre


oggi ho riordinato le carte e i documenti ingialliti che furono di mio padre.
ho ritrovato il suo congedo illimitato, la sua carta di identità e la sua patente di guida accompagnate da fotografie nette e spudoratamente vive che mi hanno ricordato l'uomo che era: schietto, orgoglioso, generoso e spiccatamente ironico, che fece dell'onestà intellettuale il suo percorso di vita. andava fiero delle sue origini montanare e raccontava spesso della sua infanzia sofferta, povera e orfana di madre, costellata di sacrifici non adatti alla sua età, ma che non gli avevano mai impedito di andare incontro alla vita e alle sue difficoltà con dignità e un sorriso carico di aspettative. così si è fatto uomo e lavoratore indefesso, e dal nulla ha saputo creare il suo fare con onestà e rigore.
è stato un genitore che a volte si mostrava burbero, un atteggiamento che in realtà celava una sensibilità che sembrava avere pudore di se stessa, ma che rivelava nei suoi piccoli gesti; sì, aveva una sensibilità e un'intelligenza sempre in avanscoperta che mi hanno resa orgogliosa di essere sua figlia. 
ho scartabellato quello che fu di mio padre con calma, ritagliandomi una stanza immaginaria dentro la quale far prendere corpo e forma a ricordi che svolazzavano nelle mie emozioni, fino a quando tutto si è fermato, tutto si è congelato alla vista di quelle cartelle cliniche scritte a mano da un inchiostro sconosciuto che decretavano la condizione di coma irreversibile del mio papà, e che sancivano il termine ultimo del suo percorso terreno.

furono giorni terribili quelli in cui assistetti impotente alla vista di quell'omone forte e granitico condannato a spegnersi lentamente, in quella stanza pre-morte, prigioniero di quei tubi e dipendente da quella macchina che lo aiutava a respirare sbuffando ripetutamente come in una cantilena stanca ed antica.
io, cosa potevo fare? superato quel primo momento di sbigottimento che mi aveva proiettata in un assurdo non-dove, gli parlavo, certa che lui mi stesse ascoltando; gli stringevo la mano per rafforzare quell'inspiegabile contatto psichico che sentivo fluire nella mente; gli facevo ascoltare in cuffia la musica che tanto amava, mentre mi cibavo di speranze assurde illudendomi stupidamente che potesse succedere ciò che non sarebbe mai accaduto.
non riuscivo ad immaginare il doloroso fatto che mio padre potesse lasciare la sua famiglia. no, non ne concepivo l'idea, era troppo presto e assurdo, e finché lui era lì, in quel freddo e silenzioso reparto di rianimazione, finché lo vedevo lì
la speranza ostinata di una sua piccola e microscopica ripresa non si sarebbe spezzata in me,
seppure i medici ogni santo giorno ripetessero con umanità l'evidenza della tragica situazione.

ora, mentre scrivo, sto piangendo e mi chiedo che significato possano avere queste lacrime,
perché il bene che il mio papà  ha regalato alla mia esistenza non mi ha mai lasciata e questa certezza mi conforta e mi rende - per certi versi - libera dal dolore,
ma sono anche triste per una mancanza fisica che scava in quel pozzo profondissimo di malinconia dal sapore di tempi finiti troppo in fretta.
raccolgo le lacrime tra le mani e poi le chiudo in un pugno per stringere a me il pensiero di un uomo che a volte mi manca davvero tanto e che vorrei ancora accanto a me per rinnovare quel rapporto unico e speciale che vive oltre ogni confine.
vorrei averlo ancora accanto a me per  continuare a parlare di tutto e di niente come facevamo negli ultimi tempi, per continuare a renderlo fiero di me con i miei gesti, per confidarci a vicenda piccoli segreti sussurrati all'improvviso, per abbracciarlo, per sorridere della gente, del mondo e della vita di cui era perdutamente innamorato, e per tante altre piccole cose che rendevano i nostri incontri uno scambio infinito di sintonie.

mio padre si soffermava spesso sul mistero della morte,
e quando assisteva alla dipartita di qualche conoscente o qualche parente, seppur profondamente dispiaciuto, guardando ed ascoltando i lamenti funebri di chi compiangeva gli scomparsi, andava confidando che trovava tutto un pochino assurdo e fuori dalla sua logica personale,
poiché sosteneva che non bisognava piangere i morti, che ciò non aveva significato,
in quanto il vero dovere di tutti era quello di onorarli da vivi.

domani ricorre l'anniversario della sua nascita.
preferisco ricordare il suo compleanno e non la data della sua morte,
perché sono convinta che finché non c'è dimenticanza
nulla e nessuno potrà mai morire..



©*Liolucy 



31 luglio 2017

A Margine

un morso pallido alla gola
 graffia gli occhi
e il nulla infinito ammanta
questa notte senza stelle



©*Liolucy 


 

21 luglio 2017

Replay










In questo istante
ho amato
la pelle solitaria
della tua anima
In questo istante
il suono silenzioso
del tuo immenso
si è incastonato
nelle mie vene
In questo istante
io non so
non ricordo
il tuo volto


                                               ©*Liolucy    


10 luglio 2017

Accade













Dei miei sogni sono rimasti
gusci di nostalgia
ombre scritte e
briciole di  destino
Dentro la stanza blu
cerco i mormorii delle stelle
per sentirne il peso sacro ma
il sussurro chiaro del vento
le ingoia improvvisamente
La notte si impiglia tra i pensieri
e sbiadisce nello spazio
insieme al mio cuore che batte
per cercare le sue radici
Mentre cammino il mondo
senza Te.



                                            ©*Liolucy


28 giugno 2017

L'istante














Improvviso arriva
uno sguardo sorpreso sulle cose
Esplode come un fulmine
sull'ombra fuggente dell'esistenza
Il peso leggero del vuotopieno
scompiglia il cuore
fa tremare l'istante
sospende i pensieri
E in trasparenza affondo
dolcemente nell'essenziale
del non significato
che accoglie il mio essere.



                                                       ©*Liolucy


26 giugno 2017

Pioggia Funebre



stretto nella carne mia
questo dolore non ha soluzioni
se non il mio pianto per te



©*Liolucy



 

8 giugno 2017

Notte Nella Notte















eccola!
la notte è arrivata anche questa notte.
segretamente si inabissa nel ventre della sua oscurità
trascinando con sé i vapori indispettiti del giorno,
travolgendo i sogni sognati e perduti del cielo,
allagando le nebbie alcolizzate dei pensieri,
offuscando ogni cosa ed ogni tempo.
allunga veloce la sua ombra su ogni dove,
scivola guardinga e sprezzante,
furiosa, incaponita, altera;
e senza vergogna
si infiltra nei tentacoli azzurri del cuore,
cavalca impetuosa il vento acido delle vene,
deframmenta le trasparenze indefinite...
poi, tutto ad un tratto, come rapita,
si sofferma sul giglio disalberato dei respiri,
e rimane lì, sospesa fra gli uragani dei silenzi,
sbigottita,
ad ascoltar se stessa in se stessa.
si mescola, si perde, si ritrova e torna a perdersi
fino ad annegare nelle proprie ali,
mentre l'onda intarsiata della sua solitudine s'infrange
su un singhiozzo traslucido che annuncia
l'urlo strangolato della sua lunga notte nella notte.



          
                      ©*Liolucy



11 maggio 2017

Nostalgezza












Controluce del pensiero
che si aggrappa
ai miei respiri
Immagine binario
che imprigiona
il sogno
Mi preme sul cuore questa
nostalgia intrisa di tenerezza
Nel bisbiglio invisibile
dei miei giorni.



                                                  ©*Liolucy


21 aprile 2017

Pensier Cortese













Codeste pause letargiche
dal mio menar inchiostro
non s'eran mai date agli occhi.
Sedotti e abbandonati
al tristo destino
di errare reminghi,
né dritti né storti,
nei dì di veraprima,
ad ogn'ora a lambiccarci
dove li pensieri
fan dimora,
non restano che le rime
da cantare
tra li dolci ricordi
cortesi, onesti e belli
racchiusi ne li sfrigolanti orizzonti
de' nostri cuori.
Arrivederci, madamigelle e cavalieri
dalle segrete figure!
Siate leggiadre donzelle
e viril signori
nel vostro altero portamento;
e che la virtù e la ragion
non abbian a perir
sotto sì puro ciel
che piange e canta
e s'arruffa
nell'acerbo mutamento.
Altro da dir non ho
e non oso
ché il modo mio, destro e leggero,
di ballar con le amate parole
ora giunto al termine
lo è davvero..


(ai miei affezionati e cortesi lettori)


                                                                ©*Liolucy


17 aprile 2017

Sadness



Fluttua caparbia
nei tuoi giorni d'esilio
E non ti resta che sopravviverti




 ©*Liolucy



7 aprile 2017

Solitario


oggi il cielo è puro
piange e canta
supplica e irride
si arruffa e si ubriaca
nell'acerbo mutamento
di questa primavera
prigioniera di una nuvola
stanca di orizzonti



                                               ©*Liolucy


4 aprile 2017

Non



Esser clandestini
di se stessi
per penetrare
il non significato
Forse
in definitiva
vivere
è non pensarsi.



                                  ©*Liolucy