Il silenzio mutò in ombra per cercare
se stesso negli indomiti ricami
di un destino sconosciuto.
Sollevò la polvere dei pensieri,
e la superficie opaca dei giorni dimenticati proiettò
nella piccola stanza un'immagine deformata.
Tra le periferie dei ricordi e le dolcezze nascoste
di un'esistenza sospesa nelle sue ferite,
si soffermò sull'anatomia di un segreto,
penetrò il mistero di un'appartenenza,
e il distillato del suo essere
diventò anelito verso l'infinito.
oggi mi capita di pensarti più forte del solito,
e mi arrendo alla nostalgia e alla malinconia
che mi camminano accanto,
che si mescolano al rumore dei giorni volati via.
oggi mi capita di ritrovarti
tra i rami di quell'albero che ha messo radici
nella terra del mio cuore, e che mi parla
con la rugiada delle sue albe acerbe.
oggi mi capita di sentirti
nelle gocce salate e senza senso che lentamente
scivolano sulle labbra per danzare
con le onde delle mie tempeste.
ecco, volevo solo dirti che mi capita questo,
e altro;
mi capita anche altro.
mi capita che non riesco
a non pensare a Te.
mi capita che mi manchi.
mi capita che ti amo.
Il vento scompiglia questo cuore imperfetto
e le passioni riempiono
l'ombra fuggente della mia esistenza
Un cielo liquido di pensieri rapisce
il sogno che insegue
le impronte degli attimi.
A ghermire il simulacro dell'essere.
Restare sulla riva per
sentire le onde che mormorano, che
accarezzano il capolavoro imperfetto
Sì, raccoglier memorie,
quelle brevi agonie necessarie
che giungono fino all'anima
E rimanere immobili
davanti al tempo
che divora il tempo.
Figure pallide e sottilissime
si innestano nelle trasparenze
del tempo
Giorni a perdere si frantumano
tra le ciglia del pensiero
Una strada chiama
Un acerbo singulto
spoglia il cuore
E nella sua nudità
fragile è il gesto
fragile è l'essere.
Pensieri scoordinati di
notte fine estate
penetrano
il margine silenzioso
dell'orizzonte e
trasparenze magnetiche
immerse nel
crepuscolo animico
cullano il mio rifugio
Da sempre.
Fra queste mura,
all'ombra di un segreto dissennato,
il labbro del desiderio tesse sprazzi
d'argento.
Assaggio con gli occhi un frammento
primitivo
e l'immagine della tua pelle diventa
brace nella mente.
Mistiche fantasie riempiono di stelle
la terra in tempesta mentre mi
abbandono
al rivolo pulsante della mia acqua.
Scivola l'onda
e inghiotte la chiarità di un attimo e di
uno spazio spogliato del manto
di una lontananza acuta
che
si incarna nel languore risanatore
di bianche lacrime assetate di Te.
mi è capitato di ascoltare il “suono” dello Spazio Profondo registrato con speciali strumenti dagli astronauti della NASA. ebbene, ascoltare il Respiro dell’Infinito mi ha molto impressionata. non è stato confortante per certi versi ma, altresì, mi ha regalato anche una fantastica sensazione di "pienezza" sapere di farne parte; sensazione accolta nel fugace attimo vissuto in quel preciso istante.
una sensazione rimasta indelebilmente incastonata nella mia mente. apparteniamo tutti alla materia visibile e non visibile, ma ce ne dimentichiamo continuamente, concentrati come siamo alla ricerca di noi stessi in noi stessi o concentrati nelle nostre piccolissime faccende quotidiane o di altra natura. e, forse, è giusto che sia così. percepire un senso di smarrimento e quel senso di Solitudine Cosmica che mi pare pesare sulle mie spalle e sulle spalle delle anime che incontro nel mio cammino è forse rendermi conto di far parte, insieme agli altri, di quell’Infinito Inconoscibile che respira e al quale vogliamo dare un nome o una figura simbolica. penso che il dio che reputiamo essere dentro di noi venga dimenticato
nel momento in cui la consapevolezza dell’appartenenza alla materia conosciuta e sconosciuta, visibile e invisibile, venga meno. nell'attimo in cui ho sentito il respiro dell'Universo ho concluso che siamo granelli di polvere di stelle..
Movimento, cambiamento, trasformazione:
per me questa è la vita,
che si nasconde dietro ogni cosa,
che danza con me come un palloncino colorato,
che rimbalza dentro i miei piccoli istanti e
frantuma la corazza della logica per regalarmi
un segreto che respira e che, forse, vedo solo io.
e, allora, sento che il mio cuore sta per scoppiare,
sento che il mio cuore è quel palloncino colorato
che ora si innalza e ora precipita, in un'altalena
di emozioni che mi accompagneranno
finché avrò sentimento del mio vissuto.
sì,
la vita si nasconde dietro ogni cosa..
Catturava la vita con il riflesso di un sogno.
Sguardo dopo sguardo
in disparte dal mondo
si infrangeva sulla riva del reale e
- orfano fra gli specchi -
poneva sulle ginocchia delle meraviglie
il canto di un tramonto
testimone del miracolo.
Per rinascere ancora.
A volte spesso ti penso dentro un abbraccio,
in un punto senza dimensione,
nella libertà di un istante.
A volte spesso ti sento dentro un'ebrezza,
in un segreto che respira,
nella significanza di un'attesa.
A volte spesso ti cerco dentro una ferita rimarginata,
in una speranza di vetro azzurro,
nella chiarità di un ricordo.
E l'improvvisa verità sul greto della mia ombra
sussurra a passi lenti che
mi manchi e che,
a volte troppo spesso,
tremo
pensando a Te.
Mi piace ascoltare la notte.
L'attendo in un silenzio che non è silenzio.
Un fruscio lento mi avverte che si sta avvicinando
allo spazio spumoso di un tempo che mi appartiene.
Eccola!
Si è acquattata negli anfratti della mia pelle e sento
che esiste, pulsa, respira.
Mi avvolge con i suoi universi immaginari,
i suoi fantasmi inverocondi,
le sue tenebre ossute.
Si muove, si scioglie.
Indossa un buio sordo come mantello,
e i suoi passi vellutati
si insinuano tra le mie ciglia.
Comincia a correre, s'affretta, diventa sempre più impaziente
e penetra, insolente, i miei occhi.
Ed allora, sì,
distinguo chiaramente la sua ombra color blu fumo che
tesse nostalgie di attimi che forse non sono mai esistiti.
Mi piace ascoltare con occhi ciechi
questa notte naufraga,
questa notte perfetta,
questa notte
cornice del mio essere.
Queste parole che non chiedono altro che di nascere,
queste parole che scrivo,
appena riempiono il foglio non mi appartengono più.
E questa frase che ho pensato ha la semplicità
di un'idea che vorrebbe macchiare di luce trasparente
la mia anima; e vorrebbe regalare ali senza ombre
al mio cuore, per apprendere una sfumatura
in più del mio vivere che scorre veloce
sulla liscia superficie di un attimo e di uno spazio.
Lo sguardo vago e molle
della grigia disillusione si distese
ai margini di un tempo sgualcito
e l'ombra scarnificata della tristezza
si posò su pensieri acquosi ed acri
Il lamento oscuro della solitudine
si trasformò in graffio insulso
in dolore mendicante
in sillaba afona
Cenere e prigionia
Naufragio e desolazione
Indefinito pianto
In una stanza buia.
Eburnea
Silenziosa e inquieta
Intimo torpore del sogno
Lacrima ritmica della ragione
Definisci il suono del pensiero
Indossi il velo del controsenso
E catturi la verità eterna
Del mio amore per Lui.
un chilo di patate novelle..
basilico fresco..
panna montata per le fragole..
telefonare al sole
fissare appuntamento con il vento
addormentare le stelle
sospirare alla luna.
Ed ora chiudere gli occhi
Sprofondare in vecchi tenaci ricordi
Fluttuare in un tempo sconnesso e confuso
Ingoiare giornate addormentate su
fragili ed effimere realtà
Ecco
L'ombra spenta delle sensazioni
spiega la sua vela consumata
per raggiungere
la riva di un oblio impuro
E allora
Sì
Chiudere gli occhi
Diluire il dove dei miei pensieri dilatati
Scardinare memorie riciclate nell'intima
febbre dell'essere
Per assistere immobile e clandestina
a tutto ciò
che non accade.
Cercami nell'arcobaleno di un'insegna luminosa, fra le ossa infrante di una città caotica,
sul bordo di una timida margherita addormentata.
Cercami nella fiamma fresca di una sorgente,
alla fine di una strada acciottolata,
nella curva dolce e titubante di una pallida collina.
Cercami nella rilegatura di un libro prezioso,
nel riflesso incerto di un paio di occhiali,
tra le labbra sorridenti di un bambino.
Cercami nella malinconia di una luna inquieta,
nelle ali di una notte distratta e scostumata,
tra le pieghe di un giorno
che diventa giorno improvvisamente.
Cercami nell'incavo della tua mano pronta
a stringere un'altra mano,
in una goccia di luce caduta dal tuo sguardo,
nel riverbero tumultuoso del tuo divenire.
Cercami ovunque i tuoi passi ti condurranno e
quando mi avrai trovata,
Il velo del silenzio
è manto ancestrale
dai mille bagliori
Vibrano colori nei
pensieri di luce riflessa
e vive sotto altre spoglie
il ciclo del divenire
Etereo sussurro
Gesto incorporeo
Essenza dell'anima.
Il silenzio spento di questa notte
ristagna nelle mie cicatrici insane
e richiama assenze interminabili
al di là del niente.
I suoi passi confusi
vuoti di immagini senza riposo
calpestano l'assurdo vociare
di ricordi sommersi
e illusioni cerebrali
La sua eco cade nel tempo
si allontana dalle ombre e
raggiunge il labirinto dei sogni dispersi
per scardinare quel dove che non ho mai vissuto,
febbre della mia realtà.
Aspetto che tutto ciò che è lontano
si avvicini
Aspetto che il vento del passato
chiuda le imposte
Aspetto che la luce del giorno
faccia sbocciare un fiore
In queste pagine di sabbia
aspetto Te
per morire
corpo e anima
fra le tue braccia.
Una donna fasciata in un abito elegante
una donna che custodisce il bello
una donna felice di essere serpente
una donna infelice di essere questo e quello.
Una donna che a dispetto degli uomini
diffida di quelle cose bianche
che sono le stelle e le lune
una donna cui non piace la fedeltà del cane.
Una donna nuova, appena nata
antica e dignitosa come una regina
una donna sicura e temuta
una donna volgare come una padrona.
Una donna così sospirata
una donna che nasconde tutto
nel suo incomprensibile interno
e che invece è uno spirito chiaro come il giorno.
Una donna, una donna, una donna.
Una donna talmente normale
che rischia di sembrare originale
uno strano animale, debole e forte
in armonia con tutto anche con la morte.
Una donna così generosa
una donna che sa accendere il fuoco
che sa fare l'amore
e che vuole un uomo concreto come un sognatore.
Una donna, una donna, una donna.
Una donna che resiste tenace
una donna diversa e sempre uguale
una donna eterna che crede nella specie
una donna che si ostina ad essere immortale.
Una donna che non conosce
quella stupida emozione
più o meno vanitosa
una donna che nei salotti non fa la spiritosa.
E se questo bisogno maledetto
lasciasse in pace i suoi desideri
e se non le facessero più effetto
i finti amori dei corteggiatori
allora ci sarebbero gli uomini
e un mondo di donne talmente belle
da non avere bisogno
di affezionarsi alla menzogna del nostro sogno.
Una donna, una donna, una donna.
Una donna, una donna, una donna.
Una lama nelle vene
le tue parole
la tua distanza
la tua indifferenza
Il senso del vuoto
divora il mio sangue e
sprofondo in
un abisso immobile
La terra abbandonata
del tuo amore per me
precipita nelle mie cicatrici,
lacrime funeree
Ed ora
i cadaveri dei miei giorni
sono ghiaccio
in attesa
del nulla costante.
La sua piccola figura
si specchiò nel pozzo della malinconia
prigioniera dell'angoscia
di un risveglio senza sole
Il nonsenso del naufragio
di colori
suoni e profumi
camminava in una nebbia cardiaca
molle e rassegnata
Il frutto dolceamaro
di un sogno fantasma
picchiava nel pensiero
sanguinava dalle ferite
senza parole
senza occhi
Quando nello specchio rimasero
soltanto le rughe della sua fronte
si spogliò della solitudine che
assomigliava alla morte
e ricominciò un nuovo giorno
inzaccherato di infinito.